Regione, insediato tavolo di crisi agricolo. Musumeci: “Maltempo dà colpo di grazie alle aziende agricole”. Lunedì relazione Ispettorati

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Si è insediato a Palazzo d’Orleans il ‘Tavolo di crisi dell’agricoltura siciliana”. A farne parte la Regione, l’Associazione bancaria italiana, le organizzazioni di categoria, dei produttori e il ‘Comitato anticrisi agricoltura Sicilia’. Lo strumento è stato voluto dal presidente Nello Musumeci, per contrastare la gravissima crisi di mercato nel comparto ortofrutticolo dell’Isola. Alla riunione, che si è protratta per alcune ore, erano presenti anche gli assessori all’Economia, Gaetano Armao, all’Agricoltura, Edy Bandiera e alle Attività produttive, Mimmo Turano.

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Il governatore ha illustrato le iniziative messe in campo dalla Regione – che ha subito risposto al grido di allarme dei produttori orticoli di Vittoria – dopo i confronti già avuti con i rappresentanti della Grande distribuzione organizzata, con gli europarlamentari eletti nel collegio ‘Isole’ e le interlocuzioni con il ministero delle Politiche agricole. 

“Sono certo – ha affermato Musumeci – di avere la coscienza a posto e di avere fatto tutto quello che era nelle mie possibilità. Questa è una ‘battaglia’ che si vince, o si perde, tutti insieme. Dobbiamo avere chiaro che il mercato è sempre più ostile, globalizzato, avaro. La situazione è eccezionale e, quindi, bisogna utilizzare le misure straordinarie attualmente vigenti, ma anche pensare a soluzioni normative che non possano prescindere da una forte interlocuzione con il Governo nazionale, ma anche con l’Unione europea”.

Il governo della Regione ha già provveduto a: dichiarare lo stato di crisi di mercato per la fascia trasformata, a presentare emendamenti alla legge di stabilità per rifinanziare la legge sul credito agrario, per procedere al ritiro dal mercato dei prodotti a fini umanitari, per avviare azioni di promozione presso la Grande distribuzione, favorendo così la vendita del ‘made in Sicily’. Le iniziative annunciate sono state state valutate positivamente dai rappresentanti del Comitato che hanno chiesto anche la: rivisitazione dei trattati internazionali, la moratoria di tutte le passività aziendali, la creazione di un Fondo che aiuti le aziende in crisi che si trovano i propri beni all’asta. Da parte delle organizzazioni di categoria, è emersa la necessità, al di là delle “azioni già avviate con sensibilità e velocità”, di valorizzare e difendere le produzioni regionali, facendo pressioni sulla Gdo, anche con spazi riservati al brand ‘Sicilia’. 

“L’istituzione di questo Tavolo, che sarà permanente – ha concluso il presidente Musumeci – è un passo avanti per tentare di risolvere la crisi. Grazie a confronti, tra tutte la parti in causa come questo, possono venire soluzioni condivise che aiutino il percorso. Non possiamo e non vogliamo lasciare soli i produttori. Non appena a Roma si insedierà il nuovo governo chiederemo che la questione venga affrontata su un tavolo nazionale. Nel frattempo, predisporremo un documento e tramite il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che ha già manifestato grande disponibilità in tal senso, chiederemo un incontro con il Commissario per l’Agricoltura”.

Annunciati anche: il potenziamento dei controlli – con la collaborazione di Carabinieri, Guardia di finanza e Corpo forestale della Regione – sulle merci importate presso dogane, porti e supermercati; un incontro con i vertici dell’Inps per chiedere una sospensione del pagamento dei contributi previdenziali.

Intanto, ad aggravare la situazione del comparto agricolo anche le recenti condizioni meteorologiche. “Dopo il danno la beffa. Le forti raffiche di vento delle ultime ore hanno assestato il colpo fatale alle aziende agricole del sud-est siciliano – dichiara Musumeci –  già in ginocchio per la spietata concorrenza straniera che ha lasciato invenduta gran parte della produzione orticola. Parecchie serre sono state spazzate vie, molte altre hanno subìto danni gravi. Lunedì disporrò una dettagliata relazione da parte dei competenti Ispettorati per delimitare le aree colpite e chiedere le provvidenze previste per le calamità”.

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