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"Amor Y Tango" di Michele Placido al Teatro Pietra Rosa di Pollina

Una birra alla mano, sigaretta nell’altra, giacca chiara su una maglietta nera e la folta chioma grigia, frutto di 75 primavere che ne hanno fatto apprezzare il suo talento artistico da attore e da registra: cosi Michele Placido ha calcato la scena del suggestivo Teatro Pietra Rosa di Pollina.
Ha preso posto alla sinistra dei tre musicisti che lo stanno accompagnando in questa tournée in giro per l’Italia per presentare “Amor Y Tango”.  Un viaggio attraverso la parola e la musica con leit-motiv l’amore e le musiche ispirate al tango. Uno spettacolo, nato dalla collaborazione con Davide Cavuti compositore per il cinema. Più che uno spettacolo frutto di un rigido copione che scandisce il tempo, Amor Y Tango è apparso come una conversazione “in un posto magico” nata, quasi sul momento, dalla creatività del poliedrico artista.

Michele Placido



“Domani farò delle foto di questo teatro che è qualcosa di straordinario per mandarle al mio amico Matteo Collura”, giornalista, con cui starebbe lavorando a un progetto su Pirandello, dice Placido. Che cosa? Bocca cucita per Placido che si limita ad anticipare che andrà ad Agrigento per due giorni per scrivere… Attendiamo. Così come si lancia nell’anticipare il desiderio di girare un corto “l’uomo del fiore in bocca”, novella di Pirandello, nel borgo di Pollina di cui è rimasto entusiasta. Incanta il pubblico con la sua voce calda interpretando una piccola parte di questo atto unico di Pirandello che narra il dramma di un uomo malato di epitelioma. Poi qualche intermezzo musicale con il suo ensemble che ha portato in scena alcuni dei più celebri brani di Carlos Gardel e di Astor Piazzolla, per proseguire con il quinto canto dell’inferno di Dante: Paolo e Francesca. “Dante non si recita – ha sottolineato Placido – ma si interpreta. L’attore deve essere viscerale”. 
Si ferma, si alza in piedi, pone la giacca sulla sedia e poi racconta della golosità di chi arriva dal nord Europa e si imbatte nella pasticceria siciliana. Il cannolo – dice – fu il “dolce dello scontro” in una delle più note pasticcerie catanesi tra un catanese e un palermitano che rivendicavano come migliore fosse quello della sua città. La gastronomia fa parte della cultura di un paese e non è possibile che a Pollina non ci sia più una pizzeria. E lancia una provocazione: “la apro con mia moglie proponendo cucina pugliese con inclinazione siciliana. D’altronde, dice Placido, apprezzando il conferimento della cittadinanza onoraria agli architetti ideatori del teatro Antonio Foscari e Francesco Doglioni, bisogna meritarsela.
La poesia di Trilussa, il ricordo di Massimo Troisi attraverso una poesia bellissima tratta da Il Postino, consuma velocemente un’ora e trenta di spettacolo.
L’appuntamento con Michele Placido rientra tra gli eventi organizzati dalla neo amministrazione comunale guidata dal sindaco Pietro Musotto per il cartellone “estate pollinese” che vedrà, fra l’altro, il 23 agosto Massimo Ranieri in concerto al Teatro Parco Urbano di Finale.
Vincenzo Lombardo

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