Nel giudizio di parifica sul rendiconto di bilancio 2019 della Regione siciliana, la Sezione di controllo ha dichiarato “non regolari” lo stato patrimoniale e il conto economico, rilevando “quote di disavanzo non recuperate per un totale di 875 milioni di euro”.
Un giudizio che viene dopo la scure sulla finanziaria regionale da parte dal governo Draghi, che ha impugnato giovedì dieci articoli della legge presentata ad aprile, censurando soprattutto la stabilizzazione dei precari Asu (4571 lavoratori) entrati senza concorso e che svolgono ruoli essenziali da oltre 25 anni, ma privi di ogni tutela.
Il presidente Musumeci ha affrontato poi il tema del finanziamento degli enti locali “che ci inquieta e che, se non affrontato con urgenza e determinazione, rischia di provocare la paralisi dei Comuni”.
Ha evidenziato, inoltre, le difficoltà connesse alle norme nazionali relative agli appalti pubblici che finiscono con il “frenare l’avvio di opere e cantieri, limitando lo sviluppo del territorio”.
In conclusione, ha posto l’accento sulla necessità di restituire competenze agli enti intermedi, le ex province, con l’obiettivo di trasmettere presto all’Ars un disegno di legge che completi una riforma fatta in passato con troppa fretta. E ha ricordato come in Regione non si bandiscano concorsi dal 1991, annunciando che partirà a breve un piano di formazione per i dipendenti regionali con l’obiettivo di aggiornarne le competenze, soprattutto sul fronte della digitalizzazione.
“La strada del risanamento è ancora lunga. E i tanti rilievi mossi ne sono conferma. Ora serve un’accelerazione su tutti i fronti. Sul piano finanziario e anche su quello economico e sociale”. A dirlo Sebastiano Cappuccio, segretario generale della Cisl Sicilia, commentando la parificazione con una serie di rilievi critici, del consuntivo 2019 della Regione, decisa stamani dalla Corte dei Conti dell’Isola. Per il segretario Cisl, “adesso bisogna fare di tutto per archiviare la stagione delle insufficienze finanziarie e contabili. Vanno innescati, anche attraverso il confronto con le parti sociali, i meccanismi virtuosi necessari sul versante del risanamento e su quello della creazione di reddito e lavoro. Vanno realizzate le riforme economiche, sociali, della pubblica amministrazione, del welfare necessarie per realizzare coesione sociale e processi di sviluppo intercettando le ingenti risorse Ue del piano di ripresa e resilienza e dando, anche per questa via, un contributo al risanamento finanziario della Regione”.