«Al governatore Musumeci – scrivono in una nota i confederali – abbiamo chiesto che le parti tornino a incontrarsi nel giro di una-due settimane per monitorare la situazione, che in Sicilia pende come un’ipoteca sulla testa di 6000 lavoratori di cui 400 precari. E abbiamo evidenziato, come di estrema urgenza, la vicenda dei lavoratori che, a causa del dissesto già proclamato, degli enti, non percepiscono stipendio da mesi». Il riferimento è al Libero consorzio di Siracusa. Ma tutti, segnalano i sindacati, sono «a rischio di un effetto domino che impedisce loro di adempiere alla propria mission nel territorio, sulla viabilità, sulle strutture scolastiche, sul fronte dei servizi sociali. E li rende incapaci di erogare stipendi ai dipendenti».
Tra le decisioni assunte nel corso dell’incontro, e sulle quali Cgil Cisl e Uil attendono sviluppi, l’impegno dei deputati siciliani a Roma, così come di Palazzo d’Orleans, a sollecitare il Governo nazionale a un decreto legge di riordino del sistema delle autonomie locali. L’abolizione del prelievo forzoso che strozza gli enti locali siciliani sottraendo dalle loro già esangui casse 270 milioni l’anno. Ancora, l’impegno della Regione a sostituirsi alle ex Province nei mutui da queste già contratti con Cassa depositi e prestiti: operazione che, a norma approvata dal Parlamento nazionale, libererebbe 22 milioni, complessivamente. Insomma, decisioni la cui attuazione i sindacati sollecitano come «necessaria al più presto perché gli enti intermedi escano dal tunnel, recuperino la loro storica presenza nel territorio. Restituiscano ai lavoratori la certezza del diritto allo stipendio».