Presentata “La macchina dei sogni”, l’assessore Samonà: “Non smettiamo di sognare e di stupirci”

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Alberto Samonà Mimmo Cuticchio

“Ci sono luoghi in cui il passato, mai stantio, rivive perché abitato da uomini e donne “illuminati” che si propongono di far comprendere come nell’albero, che è metafora della vita, siano importanti tanto le radici, il passato, quanto il tronco, il presente, che i rami, il futuro. Utilizzo spesso l’immagine dell’arbusto ricoperto di foglie perché è legame tra la terra, in cui è radicato, e il cielo verso cui si protendono le fronde, che sfiorano la sfera dell’onirico. Questo preambolo per farvi immergere nella 37esima edizione del Festival “La Macchina dei Sogni- Il palazzo delle cento stanze” che, ideato dal Deus ex machina del teatro dei Pupi siciliani, Mimmo Cuticchio, illustre rappresentante di questa antica arte “aedica”, nasce nella primavera del 1984 come omaggio ai cinquant’anni di attività artistica del padre Giacomo, prima puparo “camminante” e, poi, fondatore del Teatro Ippogrifo. Un’idea voluta, dunque, in segno di riconoscenza e gratitudine, anzi grata attitudine, che rende questa rara predisposizione ancora più pregna di significato”.
Lo ha sottolineato l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, presentando in conferenza stampa l’edizione 2020 de “La macchina dei sogni” dei Figli d”Arte Cuticchio, che quest’anno – sostenuta dalla Regione Siciliana – si svolgerà nel Museo Archeologico regionale Antonio Salinas di Palermo.

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“Questa manifestazione di grandissimo spessore culturale – ha detto l’assessore Samonà – è elogio della parola e dell’arte a 360 gradi, in quanto crogiolo di spettacoli che, coinvolgendo i meno giovani, gli adulti, i ragazzi e i bambini, permette a tutte le età della vita di appropriarsi di momenti di incantamento, scoprire quanta corrispondenza vi sia tra le storie mitologiche e il nostro quotidiano e quanto vissuto, nel non vissuto. Da qui, un inseguirsi di riflessioni che sembrano sedimentare e cristallizzare il “visto” in visione, permettendo di sfiorare una sfera altra che ci fa emergere dal tran tran quotidiano da cui siamo, spesso, fagocitati”. 
“Il Salinas, che è elogio continuo della bellezza e della cultura, sito nel centro storico di Palermo, ospita il Mattatore Mimmo Cuticchio che, fucina di idee, ha considerato i suoi ambienti come il ‘genius loci’ di questo progetto ispirato a una delle più ricche collezioni archeologiche d’Italia che, testimoniando la storia della nostra isola in tutte le fasi, dalla preistoria al medioevo, ci porta direttamente nel mar Mediterraneo, il “mare tra le terre”  solcato da figli di una arricchente koinè culturale di cui fa cogliere, però, l’essenza plurale”.
“Tutti coloro che si sentono ingranaggi delle “Macchine dei Sogni” non possono mancare a queste rappresentazioni legate al tema del mito che sarà centrale, ma passerà il testimone alle fiabe per i più piccoli, che bisogna educare all’immaginazione, e a quello degli spazi “possibili” del Museo che ospiterà una esposizione di arazzi “pezzati” ideati e realizzati da Tania Giordano e impreziositi dai testi di Tiziana Lo Porto, scrittrice e traduttrice che da anni collabora come drammaturga con la Compagnia Figli d’Arte Cuticchio e con Mimmo”.
“Il mio augurio – ha concluso Samonà – è che ognuno faccia partire la propria “Macchina dei Sogni” ma, in attesa che ciò avvenga, facciamoci accompagnare in questo viaggio favoloso da quella mirabilmente guidata dal Maestro Mimmo Cuticchio, che mai finisce di stupirci.

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