Lentini (Ora Sicilia) boccia la proposta di Candiani (Lega) di abolire le preferenze: “No alla dittatura dei nominati”

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Totò Lentini

«Rimango stupito, ai limiti dello sconcerto, per l’iniziativa del senatore leghista Candiani, che propone per la Sicilia una formula elettorale che minerebbe le basi della democrazia in favore di una sorta di dittatura dei nominati». Così il deputato di Ora Sicilia, Totò Lentini, che commenta le dichiarazioni del commissario della Lega in Sicilia, Stefano Candiani, secondo cui bisognerebbe ragionare sull’eliminazione delle preferenze e giocoforza sulla modifica della legge elettorale attualmente in vigore su base regionale. «Un’idea anacronistica e fuori dal tempo, totalmente scollegata da un momento storico in cui, peraltro, anche su scala nazionale si va verso la reintroduzione del meccanismo delle preferenze: una rotta che verrà certamente intrapresa per abbattere storture e criticità di un sistema elettorale che gli italiani hanno detto senza mezzi termini di non volere, rivendicando il diritto di scegliere i propri rappresentanti all’interno dei palazzi istituzionali. Dunque, mentre il paese guarda avanti – prosegue Lentini – Candiani propone per la Sicilia una sorta di salto all’indietro che trasformerebbe l’organo legislativo più antico d’Europa in un parlamento di nominati, sbriciolando le fondamenta della sovranità popolare per assecondare il principio secondo cui i cittadini siciliani dovrebbero rinunciare ad una concreta partecipazione nel processo di selezione della classe politica, sottomettendosi a forme di leadership chiuse e oligarchiche. Ci sono decine di sondaggi dai quali emerge inequivocabilmente la netta propensione degli italiani per le preferenze. Per il sottoscritto e per i miei colleghi Luigi Genovese, Luisa Lantieri e Daniela Ternullo, non ci sono altre vie. Ecco perché Ora Sicilia, sempre nel rispetto della libertà di espressione di ognuno, ritiene inopportuna la proposta del senatore Candiani. Se dovesse mai concretizzarsi – conclude il deputato – sarebbe un attacco al voto popolare che produrrebbe solo un ulteriore scollamento tra le istituzioni e il territorio, rafforzando l’astensionismo e la distanza tra i cittadini e la politica. Noi ci opporremo senza mezzi termini».

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