Edilizia, studio dell’Ance: i fondi ci sono ma non vengono utilizzati

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Salvo Pogliese e Giuseppe Piana

«È stato un periodo critico, con lo spettro del fallimento per tante imprese del territorio e per molteplici attività professionali tecniche. La fase 2 si avvicina: è ora di far ripartire la nostra economia sbloccando i finanziamenti e generando lavoro». I presidenti di Ance Catania (Giuseppe Piana), Ordine etneo degli Architetti (Alessandro Amaro), Geometri (Agatino Spoto), Ingegneri (Giuseppe Platania); e Ordine dei Geologi di Sicilia (Giuseppe Collura), dopo il tavolo #CataniaSicuraorganizzato per trovare nuove exit strategy e salvare il comparto da una crisi ormai annunciata – hanno deciso di scrivere una lettera al sindaco di Catania e metropolitano Salvo Pogliese, per sollecitare la ripresa economica attraverso gli strumenti amministrativi già disponibili e facilmente attivabili.

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«Catania e la sua Città Metropolitana hanno già una dotazione di finanziamenti tra Patto per il Sud e Patto per Catania non indifferente – scrivono i rappresentanti di categoria – da uno studio effettuato da Ance Catania (aggiornato a dicembre 2019) emergono però dati allarmanti. Relativamente al Patto per il Sud – firmato a settembre 2016 – nell’area della Città Metropolitana ricadono 206 interventi. Dallo studio su un campione di 72 interventi (valore € 403 milioni circa), risulta che solo l’1,4% riguarda lavori conclusi, mentre il 6% ricade in interventi in fase di esecuzione dei lavori; appena il 2,8% sembrerebbe pronto per essere mandato in gara, mentre per un 5,9% si attende ancora l’esito di gara. Del rimanente 84% o si sono perse le tracce o si è nella fase embrionale della “determina per l’individuazione di tecnici per la redazione del progetto”».

Non meno allarmante il quadro che emerge per il Patto per Catania, firmato il 30 aprile 2016 (circa 747 milioni di euro, di cui 332 milioni a valere su Fondo di Sviluppo e Coesione FSC): «Dall’analisi effettuata su 92 interventi, tutti rientranti nella categoria infrastrutture (importo pari a 374,5 milioni €) risulta che solo il 3,4% riguarda lavori conclusi, mentre solamente il 10,3% è nella fase di esecuzione e solo un 15,3% sembrerebbe pronto per essere mandato in gara. Il rimanente 71% è privo di valida progettazione o non si hanno informazioni. La lettura dei dati – continuano i presidenti – delinea una situazione a dir poco preoccupante. Delle risorse assegnate oltre 600 milioni di euro risultano senza progettazione e pertanto non cantierabili».

«Rimane inspiegabile il ritardo nella redazione delle progettazioni e i relativi bandi di gara, non costituendo possibili giustificazioni né lo stato di dissesto in cui versa il Comune, né l’insufficienza numerica dei tecnici – si legge nella lettera indirizzata a Pogliese – una soluzione possibile per raggiungere l’obiettivo potrebbe essere l’affidamento ai liberi professionisti per l’intera progettazione e per la direzione dei lavori, chiedendo alla Regione Siciliana un intervento finanziario straordinario per l’esternalizzazione degli incarichi. Per i progetti più rilevanti la strada più corretta sarebbe quella dei concorsi di progettazione, che consentirebbero un’accelerazione degli iter burocratici e amministrativi, garantendo allo stesso tempo la qualità delle opere. Di fronte alla fragilità economica e sociale in cui versa la Città di Catania servono rimedi e medicine straordinarie, anche a costo di chiedere al Governo la nomina di un Commissario Straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per la gestione delle risorse del Patto per il Sud e del Patto per Catania».

Gli scriventi chiedono a Pogliese di prendere atto dei ritardi finora registrati nella gestione delle risorse dei due Patti e conseguentemente, avendo a cuore i destini di Catania e della Città metropolitana, di richiedere ai Governi Regionale e Nazionale di procedere all’adozione di misure straordinarie tali da consentire l’utilizzo delle risorse stanziate: «Chiediamo un incontro urgente, onde verificare ogni possibile percorso utile per l’accelerazione della spesa».

 

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