È nata “Amorù”, nuova rete antiviolenza per i comuni della provincia di Palermo, promossa dalla “Life and Life”
Una giornata speciale, piena di emozioni, quella vissuta dalla ricca partnership che fa parte di “Amorù – Rete Territoriale Antiviolenza – Troppo Amore Uccide“, che ha fatto la sua prima uscita pubblica a Palazzo delle Aquile, alla presenza di quanti hanno deciso di darsi da fare per mettere in campo una serie di forze finalizzate a dare aiuto concreto alle donne e ai minori vittime di violenze
Promosso dall’ Organizzazione Umanitaria Internazionale Life and Life (LaL), ente capofila – realtà operante campo della Cooperazione locale e internazionale e degli aiuti umanitari – e sostenuto da Fondazione con il Sud, il progetto metterà in campo – nei territori dell’area est della provincia di Palermo – una serie di azioni volte a offrire ai soggetti ai quali è dedicato il progetto le occasioni giuste per riprendere in mano in toto la propria vita.
Unico in Sicilia tra i nove selezionati in tutto il Sud Italia, dal 23/07/2018 al 23/07/2021 Amorù sarà presente nei territori dell’area est della provincia di Palermo, partendo dal primo contatto per giungere alla realizzazione di aspettative e sogni infranti.
«Abbiamo puntato sulla provincia – spiega la dott.ssa Liliana Pitarresi, coordinatrice della rete – perché abbiamo colto il bisogno di lavorare laddove il fenomeno si presenta e dove i servizi non sono adeguati a rispondere alle esigenze di donne che hanno difficoltà anche solo ad allontanarsi dai luoghi in cui vivono. Esigenza per noi prioritaria che ci vedrà presenti anche nelle scuole. Le istituzioni scolastiche che fanno parte di “Amorù” come portatrici di interesse ricadono nei territori in cui il progetto opererà, quindi ci daranno una grossa mano di aiuto a guardare con maggiore attenzione a un fenomeno come quello della violenza domestica, psicologica ed economica che si palesa già in giovane età. Tante sono, infatti, le ragazze che vivono le loro prime storie subendo in silenzio. Non a caso la scelta della frase “Troppo amore uccide”, scritta in un tema da una mia studentessa. Da lì ho capito che bisognava andare oltre le parole».
Tante le attività che porteranno anche allo sviluppo di un percorso di auto-imprenditorialità con la nascita di una cooperativa sociale che andrà agestire un mandarineto in un terreno di Ciaculli messo a disposizione dagli stessi partner, sviluppando attività di green e pet-therapy e gestendo degli orti sociali.
Di tutto e questo e di molto altro ancora hanno parlato i partner (A.S.D. Indiscipline, AIDIM Palermo, associazione “Benessere Lab”, Associazione Diritti Umani Contro Tutte Le Violenze “Co.Tu.Le Vi.”, Centro Studi “Pio La Torre ONLUS”, Consorzio Arca, Cooperativa Sociale “Sambaia”, Cooperativa sociale “Migma”, Associazione “Simegen” e le sezioni FIDAPA di Villabate, Altavilla Milicia e Bagheria), raccontando il loro desiderio di trasformare la rete in un tessuto socio- culturale forte, capace di contrastare qualunque forma di abuso e prevaricazione.
In Italia sono 7 milioni le vittime di violenza fisica o sessuale e, anche se ogni anno almeno 100 donne vengono assassinate dal proprio partner o ex compagno, il dato che fa ulteriormente preoccupare è quello relativo al 90% di casi che non viene denunciato. Il 50% delle donne che denuncia, poi, non lavora.
Ecco anche perché, considerato che la mancanza di servizi socio-sanitari, assistenziali e ricreativi rivolti a famiglie disagiate e più specificamente ai minori e alle donne è a rischio di esclusione sociale, la Fondazione con il Sud ha voluto mettere in campo un’azione di contrasto al fenomeno nel Meridione con il “Bando Donne” che sosterrà con 2 milioni di euro i 9 progetti selezionati.
Numerosi anche i portatori d’interesse (Comune di Altavilla Milicia, Comune di Casteldaccia, Comune di Villabate, Distretto FIDAPA Sicilia, Fidapa Sez. Mondello, Istituto Comprensivo “Casteldaccia”, Istituto Comprensivo “Monsignor Gagliano” di Altavilla Milicia, Scuola I° Circolo “Don Milani”di Villabate, Scuola SMS “Giosuè Carducci” di Bagheria, Istituto ITES “Don Sturzo” di Bagheria) che, insieme alla rete di partner, faranno proprio la mission del progetto “Amorù”, dimostrando che, solo attraverso la sinergia e la comunione d’intenti, si possono dare risposte concrete a fenomeni come quello della violenza contro le donne e, inevitabilmente, i figli che tra le mura domestiche assistono quotidianamente a ogni forma di abuso.
«È dalla donna che dobbiamo partire per costruire una società felice – dice Arif Hossain, presidente di Life and Life – quindi non possiamo che essere felici di essere i capofila di un tale progetto. La nostra organizzazione si occupa di cooperazione internazionale e territoriale impegnandosi attraverso principalmente l’istruzione, la salute e l’occupazione per la crescita socio-economica e la promozione dei paesi in via di sviluppo e dei luoghi dove essa opera. Questa rete è la dimostrazione che dalla sinergia, dalla voglia di condividere, i semi crescono e fioriscono. Auguro a tutti i partner un bel lavoro in piena e costante armonia».
Rete che funziona veramente se dietro c’è la voglia di crescere, condividendo percorsi virtuosi.
«Un progetto come questo ha un grande valore – afferma l’assessore alla Cittadinanza Sociale, Giuseppe Mattina – ma la scommessa è mettere insieme tutte le realtà che operano nel nostro territorio per evitare che ognuno lavori isolatamente portando avanti il proprio progetto. Nell’ultimo anno abbiamo dato almeno un’ottantina di partenariati a progetti finanziati da “Fondazione con il Sud” e da altri enti privati perché crediamo che debba sempre più crescere la consapevolezza che più facciamo comunità più vinciamo. La nostra scommessa, ci stiamo anche lavorando da un po’, è fare sistema attraverso la rete. Grazie a tutti i partner che stanno partecipando a questo progetto, grazie a Life and Life che si dà l’opportunità di mettere insieme tutti i Sud del mondo».
«Da anni seguo la Life and Life e ho colto subito il valore di questo progetto – aggiunge il consigliere comunale Paolo Caracausi – . Chi arriva a Palermo è palermitano e la distinzione non può essere fatta in base al colore della sua pelle, ma alla qualità di ciò che si fa. Chi come Arif decide di farsi portavoce di un’associazione come questa e di un progetto del calibro di AMORU’ dimostra che siamo tutti uniti e dobbiamo considerarci tutti cittadini».
In tutto 2000 le donne e 100 i minori con i quali il progetto “Amorù’” si interfaccerà nel corso dei prossimi 3 anni, così come numerosi saranno i cittadini versoi i quali si metteranno in atto azioni di informazione e sensibilizzazione: almeno 2mila nel primo anno, 11mila nel secondo e altri 11mila entro il terzo anno.
Si andrà innanzitutto a informare la popolazione locale sul fenomeno della violenza attraverso percorsi di affettività e assertività, dando vita a incontri tematici nelle scuole, a partire da quella dell’infanzia, per dare modo alle nuove generazioni di comprendere che rispettare se stessi e gli altri costituisce il sicuro antidoto a qualunque forma di discriminazione e per il superamento degli stereotipi di genere. Il tutto sarà supportato dacampagne di sensibilizzazione e di educazione alla parità di genere e al rispetto dei diritti, attività di formazione delle figure professionali e interventi di contrasto, cura e presa in carico delle donne con cui “Amorù” avrà la fortuna di relazionarsi (assistenza in tema di denunce, servizi di supporto specializzati, etc.).
Donne come Sefa Akter, giovane donna originaria del Bangladesh, la cui storia di violenza è legata a un matrimonio imposto dal quale ha ricevuto solo botte e umiliazioni. Storia, la sua, risoltasi per il meglio, avendo incontrato sulla sua strada la Life and Life che, oltre ad averla aiutata nel suo percorso di inserimento nel tessuto sociale, le ha dato quell’amore e quel calore che le hanno consentito di riprendere in mano la sua vita.
«Vivo in Italia da sei anni – racconta Sefa – scappata da Bangladesh perché mio marito mi violentava fisicamente e psicologicamente. Ad accogliermi in questo paese è stata la LifeE and Life, in modo particolare Valentina Cicirello, la vicepresidente, che mi ha dato l’opportunità di una nuova vita. La grande sofferenza che ho vissuto io non voglio che la vivano altre donne, quindi sono qui anche potere dare speranza attraverso la mia testimonianza. Ora sono una donna veramente libera perché posso scegliere che direzione dare alla mia vita. Grazie Life and Life. Grazie Italia».
Ora Sefa fa la mediatrice culturale, l’interprete per il Ministero dell’Interno e la volontaria per LIFE and LIFE. Ha raggiunto, quindi, tanti obiettivi.
«L’unica cosa che ora desidero – prosegue – è potere riabbracciare mia figlia, rimasta in patria con i miei genitori. Solo allora potrò dire che la mia vita sarà completa».
Madri e figli, un rapporto che non si può spezzare, nonostante le violenze che le donne subiscono tra le mura domestiche colpiscano anche queste giovani vite. Proprio per questo, un progetto come AMORU’ non poteva non considerare la necessità di spazi e luoghi per prendere in carico la sofferenza di queste donne e dare loro un riparo.
Step fondamentale di questo percorso sarà, infatti, la nascita di 3 centri di ascolto e di 1 casa protetta che prenderanno in carico le donne e i loro piccoli, dando loro calore e sostegno.
Subito dopo partiranno delle azioni di auto-imprenditorialità pensate per rendere le donne autonome e capaci di sostenersi economicamente nel tempo. Questo perché, quando decidono di abbandonare il tetto coniugale a causa delle violenze subite, essendosi sempre e solo occupate della famiglia, non hanno alcun tipo di sostentamento.
Ecco, quindi, nascere l’idea di una cooperativa sociale che andrà a gestire il mandarineto di Ciaculli, territorio ad alta densità mafiosa, nel quale la violenza si esplica sotto diverse forme.
Grazie all’attività di green e pet-therapy, inoltre, le donne della casa protetta andranno a gestire gli orti sociali messi a disposizione dei partner, rappresentando per tutte loro sia l’occasione di produrre i beni che poi venderanno e utilizzeranno per le loro necessità sia l’avvio di un personale percorso di autonomia economica grazie a un netto miglioramento del loro benessere psico-fisiologico.
Fondamentale sarà la piattaforma di e-commerce e l’App che verranno sviluppate per la vendita dei prodotti agricoli non solo in Sicilia ma ovunque lo spirito di AMORU’ riuscirà ad arrivare. A dare una base scientifica a tutto questo percorso sarà, infine, la ricerca-azione che indagherà sull’emersione del fenomeno della violenza, colmando un vuoto di dati nella provincia su cui ricade il progetto. Lavoro che coinvolgerà tanti soggetti, dando modo anche a chi sta a guardare di capire e sollecitarlo a fare la propria parte. Piccola o grande che sia.