“La spirale della vita”, a Palermo una grande installazione dell’artista Gianfranco Meggiato in memoria delle vittime di mafia

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Una grande installazione a forma di spirale, in memoria di tutte le vittime di mafia. È  l’ultimo lavoro dell’artista veneziano Gianfranco Meggiato,presentato in conferenza stampa oggi pomeriggio. Un’opera inserita nel programma di I-design tra i collaterali di Manifesta 12 e in Palermo Capitale Italiana della Cultura e a cura di Daniela Brignone. Da domani 19 luglio, giorno in cui ricorre il 26esimo anniversario della strage di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, l’installazione sarà visibile e visitabile in piazza Bologni a pochi passi da Palazzo Belmonte Riso – sede del Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo – e dal No Mafia Memorial, la nuova istituzione culturale nata a Palermo per custodire la memoria dell’antimafia ed essere al contempo un luogo di incontro ed elaborazione sui diritti umani.

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“La Spirale della vita”, l’opera creata utilizzando come materia prima 2000 sacchi militari, ha un diametro di 10 metri e rappresenta la prima installazione temporanea di grandi dimensioni realizzata a Palermo in memoria delle vittime di Cosa Nostra. Tra i patrocinatori dell’evento oltre al Comune e al Museo Riso ci sono il No Mafia Memorial presieduto da Umberto Santino, il Centro Paolo Borsellino presieduto da Rita Borsellino, il Marca(Museo delle Arti di Catanzaro) e la Fondazione Rocco Guglielmo.

Su progetto di Dario Scarpati, esperto di accessibilità museale, l’opera è concepita per consentire l’ingresso alle persone con disabilità motoria e agli ipovedenti in autonomia, grazie alla presenza di guide in braille, coniugando così gli aspetti legati all’arte e all’accessibilità. L’installazione sarà accompagnata da un catalogo pubblicato da Editoriale Giorgio Mondadori, con interventi istituzionali e saggi della curatrice Daniela Brignone e del critico Luca Nannipieri.

“Solo il libero pensiero, l’acquisizione di consapevolezza e non le armi – sottolinea l’artista Gianfranco Meggiato – possono salvare l’uomo da se stesso. L’uomo non ha bisogno di sovrastrutture ma, direttamente, con l’umiltà dell’apprendista, dovrà percorrere il proprio individuale labirinto per arrivare alla conoscenza”. Un progetto dal valore fortemente simbolico che parte dalla forma della spirale come rappresentazione del flusso vitale: quel percorso tortuoso che ognuno intraprende alla nascita, a volte tormentato da prove e fatiche, che conduce alla contemplazione e alla consapevolezza della verità e della giustizia. Valori rappresentati dall’imponente scultura – alta 4 metri – posta come punto di arrivo al centro dell’opera. Un’esperienza immersiva e multisensoriale che risulterà ancora più intensa per il visitatore che sarà investito dall’odore sprigionato dai sacchi di juta”.

“L’opera di Meggiato simboleggia la rinascita di un pensiero e di una coscienza che risveglia valori sopiti – dice la curatrice Daniela Brignone – Partendo dalla storia egli riscrive idealmente il futuro di un territorio, ridando un senso alla lotta per la libertà individuale. Attraverso l’espressione artistica, Meggiato traccia un percorso iniziatico, sospeso spazialmente e temporalmente, per ridestare gli animi dall’indifferenza al fine di intravedere la luce. La Spirale della vita coniuga così il valore dell’arte e della cultura a quelli dell’umanità”.

Scrive sul catalogo il critico d’arte Luca Nannipieri: “L’arte moltiplica la vita, anche quando affronta la materia più brutale dell’Italia democratica: i morti ammazzati per mafia. L’opera forse più civile di Gianfranco Meggiato dimostra che l’arte non è lontana dalle tragedie della storia. Le centinaia di vittime della mafia, trascritte una ad una sui sacchi militari, custodiscono questa spirale che culmina nella grande scultura di Meggiato, per testimoniare che l’arte è memoria della vita: è innalzamento della vita sulle macerie della morte. Se l’arte fosse soltanto estetica, sarebbe perdutamente ornamento, decorazione, cioè cosa superflua. In verità Meggiato dimostra, con quest’installazione, che l’arte è anche interrogazione viva sulle problematiche più brucianti e drammatiche del presente”.

“Il Polo Museale d’Arte Moderna e Contemporanea – dice la Direttrice del Polo Museale, Valeria Patrizia Li Vigni – ha aderito con entusiasmo all’ iniziativa di Daniela Brignone, inserita tra gli eventi collaterali di Manifesta 12, perché ben si allinea con gli obiettivi del Riso.  Il concetto di arte pubblica, condivisa e sociale, il lavorare in rete e fare sistema sono i principi perseguiti dal Riso e presenti nel progetto che vede la realizzazione dell’opera di Gianfranco Meggiato, artista di fama internazionale, a piazza Bologni.  Spazio esterno condiviso dal Riso, dal No Mafia Memorial e da I-design che dà luogo a un’opera concepita come percorso labirintico accessibile a tutti, simbolo del cammino impervio della vita. Si tratta del secondo evento del Riso inserito nei programmi di Manifesta 12 per la sezione Educational, dopo la mostra  “Breaking Myth” realizzata con lo SCAD University di Atlanta al Museo d’Aumale di Terrasini, altra sede del Polo Museale”.

Presente alla conferenza stampa anche il direttore di Manifesta 12 Roberto Albergoni: “A Palermo Manifesta ha voluto aprirsi alla città. L’inaugurazione è stata una grande festa in piazza Magione e sono stati recuperati luoghi di Palermo per provare a innescare legami e scommesse nuove. I Collaterali come questo hanno per noi una grande importanza nel portare avanti questo dialogo tra arte contemporanea e comunità”, ha detto.  “Importante che Manifesta affronti questo tema e lo faccia non in modo retorico –  ha aggiunto Umberto Santino, presidente del No Mafia Memorial – L’opera di Meggiato dà memoria della lotta alla mafia riportando i nomi di chi è stato ucciso da Cosa Nostra”. Santino ha ricordato anche la proiezione, domani 19 luglio, dell’intervista rilasciata in esclusiva al No Mafia Memorial da Fiammetta Borsellino, la figlia del giudice Paolo Borsellino, ucciso 26 anni fa.

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