A Palermo, la presentazione in anteprima mondiale del progetto dell’Aga Khan per ricostruire il minareto, il suq e la moschea degli Omayyadi di Aleppo
Negli ultimi giorni sono ripresi gli attacchi militari in Siria. Almeno cento i civili uccisi dai bombardamenti delle milizie di Damasco tra domenica e lunedì sulla Ghouta orientale. Rovine e morti che si aggiungono a quelle degli anni passati e alle immagini strazianti di Aleppo devastata nel 2013. Lì è già partito un progetto di ricostruzione. Un gruppo di ingegneri ed esperti italiani si è trasferito nella città siriana per lavorare con le maestranze locali trasmettendo loro le competenze necessarie per realizzare il restauro del suq, del minareto e della moschea degli Omayyadi, patrimonio UNESCO. Un progetto interamente finanziato da Aga Khan Trust for Culture, agenzia del network Aga Khan creato per rivitalizzare i paesi in via di sviluppo e impegnato soprattutto in Africa e Asia. Il 2 marzo il progetto sarà presentato al mondo da Radwan Khawatmi, membro del board della Aga Khan Trust for Culture, a Palermo, all’interno di Sala delle Lapidi, cuore politico della città. Al suo fianco il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alla Cultura Andrea Cusumano. Un’anteprima assoluta che dà ancora più valore alla natura del progetto di Palermo Capitale 2018, città dell’accoglienza, del sincretismo culturale, e della coesistenza pacifica tra i popoli. Durante l’evento saranno illustrate le modalità di realizzazione dell’iniziativa, mostrati i modelli in scala e sarà proiettato un video – documentario sul progetto con alcune immagini girate da un drone tra le macerie della città. Il restauro è già partito: si cerca di utilizzare al massimo i materiali originali e si stanno numerando le pietre salvate per poterle riposizionare al loro posto.