“Bobi Bazlen. L’ombra di Trieste”: il libro di Cristina Battocletti presentato a Palermo
Venerdì 23 febbraio, alle ore 17, a Palermo, al Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, avrà luogo la presentazione del volume “Bobi Bazlen. L’ombra di Trieste” (edito da La nave di Teseo) di Cristina Battocletti. L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Ignazio Buttitta, in collaborazione con Fondazione Thule Cultura, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino e Libreria Broadway. Insieme all’autrice intervengono Ignazio Buttitta e Tommaso Romano, modera Rosario Perricone.
Grazie a lettere, documenti mai visti e nuove testimonianze, Cristina Battocletti compone un ritratto inedito del fondatore di Adelphi, Bobi Bazlen, partendo da Trieste, città in cui è nato nel 1902: la scoperta di Svevo, di Kafka e Musil, il carteggio inedito con Pier Antonio Quarantotti Gambini, i retroscena del legame reciso con il poeta Umberto Saba e la figlia Linuccia. L’ombra lunga di una città, che ha lasciato un segno indelebile nell’uomo che ha cambiato il volto della cultura europea del ‘900.
“Bobi Bazlen è un nome astruso, sconosciuto ai più, e pur con quel cognome poco italiano, è stato uno degli uomini che maggiormente hanno influenzato la cultura del nostro paese nel dopoguerra. Sfuggente, misterioso, è rimasto “un’icona nell’ombra”. Così inizia la ricognizione di una delle figure che hanno dato avvio al Novecento, fondatore assieme a Luciano Foà di Adelphi, consulente di Einaudi e delle più importanti case editrici italiane.
Cristina Battocletti, grazie all’accesso a centinaia di documenti inediti e privati, racconta come Bobi Bazlen (Trieste 1902 – Milano 1965) sia all’origine della scoperta di Italo Svevo e della pubblicazione di molta letteratura mitteleuropea fino ad allora sconosciuta, tra cui Franz Kafka e Robert Musil. Capace di leggere indifferentemente in tedesco, italiano, inglese e francese indovinava il valore dei libri in base al fatto che avessero “il suono giusto”.
Affascinato da oroscopi e mappe astrologiche, aveva una cultura vastissima che si spingeva fino all’antropologia e all’arte primitiva. Di madre ebrea e padre cristiano evangelico, da adulto abbracciò il taoismo e le filosofie orientali. Imprendibile, misterioso, bizzarro anche nel vestiario, è rimasto sempre nell’ombra. Chi era dunque, Roberto, Bobi, Bazlen? Perché ha lasciato fantasmi irrisolti? Perché era amato da tanti, come la poetessa Amelia Rosselli, e avversato da altri, come il regista Pier Paolo Pasolini e lo scrittore Alberto Moravia? Una vita piena di passioni, amicizie profonde e frequentazioni di intellettuali come Elsa Morante, sofferenze, sullo sfondo della grande storia del Novecento. Dalle mattinate passate nella bottega di Umberto Saba al dialogo ininterrotto con Eugenio Montale, all’avventura della psicoanalisi, con Edoardo Weiss e Ernst Bernhard, di cui fu uno dei primi pazienti. Questo libro racconta un Bazlen inedito, partendo da Trieste, che lasciò a 32 anni senza farvi (forse) più ritorno.
Cristina Battocletti, nata a Udine, è vice responsabile della “Domenica” del Sole 24 Ore. Critica cinematografica, ha pubblicato il suo primo testo, selezionato al Grinzane Cavour, nei “Racconti del sabato sera” (Einaudi, 1995). Ha scritto a quattro mani la biografia di Boris Pahor, “Figlio di nessuno” (Rizzoli, 2012), Premio Manzoni come miglior romanzo storico. Nel 2015 ha pubblicato il romanzo “La mantella del diavolo” (Bompiani), che ha vinto il Premio Latisana per Il Nord Est ed è stato finalista ai Premi Bergamo, Rapallo e Asti.