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"Il Sol dell’Avvenire": l’ultimo film di Nanni Moretti

L’ultimo film di Nanni Moretti, Il Sol dell’Avvenire, è veramente bellissimo, sia dal punto di vista del contenuto che da quello strettamente cinematografico. Qui il regista, a differenza che negli ultimi suoi prodotti, è riuscito in primo luogo, a mettere in atto tutto sé stesso facendo affiorare, con la solita ironia, tutto quello che di brutto si è visto nel nostro Paese negli ultimi cinquant’anni. Il pretesto è la realizzazione di un film sull’invasione dell’Ungheria da parte dell’Unione Sovietica nel 1956 che lo stesso regista, qui chiamato Giovanni, sta girando e che è anche l’occasione per una riflessione sugli attuali eventi bellici in Ucraina, ma poi si assiste in realtà a un intreccio di film e di situazioni psicologiche dei protagonisti.



Contemporaneamente infatti la moglie Paola, interpretata da una straordinaria Margherita Buy, produttrice da sempre dei film del marito ma stanca del rapporto coniugale, ne sta producendo un altro con un giovane regista, che obbedisce a nuovi canoni di spettacolarizzazione e gratuita violenza. Giovanni inoltre, sogna di realizzare un film romantico pieno di canzoni, convinto così com’è del potere salvifico della musica. Ed è in questa continua girandola fra le scene dei film con il loro carico di situazioni differenti ma intrise di problemi esistenziali e contingenti, che si rivela la forza del film. Il tutto accompagnato da canzoni vecchie e nuove che segnano i momenti più belli ed emozionanti, soprattutto nelle scene di massa, che evidenziano come Moretti creda nella loro forza aggregativa. Vi sono diverse autocitazioni come per esempio la coperta di lana all’uncinetto a quadri già vista in Sogni d’oro, la scena della canzone cantata in macchina da tutti gli occupanti che ricorda quella di La stanza del figlio, o la mania di osservare le scarpe delle persone presente in Bianca. Il finale, originale, geniale e sorprendente, è senza dubbio il momento migliore del film, che vale da solo tutta la visione e regala allo spettatore un Nanni Moretti finalmente positivo che, pur nella convinzione di avere raccontato un periodo intriso di eventi negativi e storture dovute in gran parte all’avvento del mondo tecnologico, giunge alla conclusione che un film può anche finire come un sogno felliniano. E in effetti è questo che può fare l’artista, modificare la realtà assecondandola ai nostri desideri e ai nostri sogni ed è per questo che Giovanni cambia all’ultimo momento il finale del suo film regalandoci una delle scene più belle dell’intero panorama cinematografico. Bravissimi tutti gli attori fra cui, oltre alla grandissima Margherita Buy, già nominata, spiccano uno stratosferico Silvio Orlando e una dolcissima, meravigliosa Barbora Bobulova.




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