«Tuttavia, a chi ci ha chiuso porte in faccia – aggiungono – confermiamo d’essere pronti, oggi come ieri, ad un confronto che riparta tenendo in massima considerazione un’analisi globale della totalità dei fondi Pac I e II pilastro, senza trascurare le tematiche legate alla quota di cofinanziamento e al regolamento Ue 2020/2220, che ha prorogato per il 2021 ed il 2022 non solo i programmi di sviluppo rurale, ma anche l’attuale regime dei pagamenti del I pilastro della Pac. Inoltre, ribadiamo la disponibilità a ragionare su nuovi meccanismi a partire dal 2023».
Da qui l’appello al governo Draghi: «L’unità nazionale ed i principi di equità e giustizia sociale non devono restare le belle parole di tanti manifesti politici e programmatici: adesso c’è l’occasione di dar loro concretezza. L’esecutivo ascolti le nostre ragioni e tuteli territori che, da soli, rappresentano il 60 per cento delle superfici del Psr. Rinnoviamo la proposta di insediare un tavolo tecnico cui demandare la definizione della questione, entro 60 giorni, con l’individuazione di criteri coerenti allo spirito ed alle finalità del Psr. Siamo pronti a fare la nostra parte e ci auguriamo che altrettanto facciano, apertamente, tutti i parlamentari di ogni estrazione politica che condividono la tesi del buon senso. Non bastano più attestati di stima e solidarietà: servono impegno e responsabilità per raggiungere un obiettivo utile al Paese intero».