“Rimpastino” alla Regione: Musumeci alle prese con un difficile equilibrio

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In origine, nella prima, ma anche nella seconda repubblica, si chiamava rimpasto. Erano delle complesse operazioni politiche tendenti al un rafforzamento di una maggioranza di governo necessaria a causa di crisi endogene o esogene.
Oggi il governo regionale affronta un’altra fattispecie. Non essendoci una crisi di numeri della maggioranza al governo della Sicilia, anche perché l’opposizione o è collaterale o non pervenuta, nonostante rumors ed aspirazioni di qualcuno non necessitava, politicamente, di un rimpasto.
C’era però un problema di riequilibrio dei pesi. Il peso della Sicilia Orientale era onestamente spropositato. Oltre alla fondamentale carica della Presidenza, l’oriente dell’isola deteneva Sanità, Agricoltura, Infrastrutture, Enti Locali, Turismo. Inoltre molti assessori occidentali, pur militando in altre formazioni, sono di fatto uomini di Musumeci, e quindi le logiche dei loro assessorati sono molto influenzate dalle necessità della Sicilia Orientale.
L’ingresso di Toni Scilla, imprenditore della pesca di Mazara, e Marco Zambuto, ex sindaco di Agrigento, rimette in equilibrio, seppur parziale, l’assetto geopolitico dell’isola.
In questo, indipendentemente dai nomi, che sono comunque più forti politicamente dei predecessori, il Presidente dell’Assemblea Regionale Gianfranco Miccichè, che ha determinato il riequilibrio, ha avuto profondamente ragione, storica e politica. Da troppi anni la Sicilia Occidentale è stata marginalizzata a favore dell’altro lato dell’isola. Senza enormi vantaggi né di crescita né di sostanziali cambiamenti.
Il Futuro dell’isola passerà comunque da chi riuscirà ad invertire due dati. La fuga dei giovani cervelli ed il ruolo delle donne.
L’isola rimane ancora maschilista e anziana ci dice l’Istat.

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