Al via le manovre per il rimpasto alla Regione. Musumeci alle prese con delicati equilibri geopolitici

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In vista del rimpasto della giunta regionale guidata da Nello Musumeci, il fronte politico agrigentino lancia un’Opa per entrare nell’esecutivo.

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Il “ventriloquo” dei politici agrigentini è Carmelo Pullara, vicepresidente Commissione Sanità all’Ars che sottolinea: “Da giorni si discute di un riequilibrio della rappresentanza nella giunta Regionale che in tre anni non ha mai avuto un assessore agrigentino. Alla luce di questa possibilità ritengo indispensabile che alla provincia di Agrigento, la quarta in ordine di importanza in Sicilia, sia dato il rappresentante di governo che le spetta. I nomi certo non mancano – aggiunge Pullara –. “A questo punto mi permetto di suggerire di inserire in giunta una tra l’on. Margherita La Rocca e l’on. Giusi Savarino. Non solo si andrebbe a colmare un vuoto per la provincia di Agrigento ma anche in termini di rappresentanza delle quote rosa.”“Sono certo – conclude Pullara – che il Presidente Nello Musumeci saprà come fare, facendo suo il mio appello, lavorando apertamente per un rimpasto di governo sia per assicurare una gestione più collegiale sia per qualificare un esecutivo che rappresenti l’intero territorio regionale e in perfetta sintonia con le forze politiche in campo”.

Al di là dell’endorsement lanciato da Pullara verso le due donne parlamentari dell’agrigentino, il contesto dei nuovi equilibri della geopolitica regionale si presenta più complesso andando oltre le esigenze di rappresentanza politica in giunta da parte degli agrigentini. L’Udc, dopo “i voli pindarici” di Margherita La Rocca Ruvolo approdata alla corte di Gianfranco Miccichè e Vincenzo Figuccia saltato sul Carroccio (dopo vari tentativi andati a vuoto), definito dai vertici del suo ex partito un “novello Masaniello più adatto alle sceneggiate che ad assumersi responsabilità di governo”, è ridotto a tre deputati: Eleonora Lo Curto, Giovanni Bulla e Mimmo Turano, quest’ultimo assessore alle Attività produttive, eletto nella lista regionale, vede la propria poltrona di assessore in pericolo, soprattutto se dovessero concretizzarsi le indiscrezioni sui possibili arrivi di Edy Tamajo (secondo alcuni rumors in rotta con Davide Faraone) e Nicola D’Agostino, entrambi appartenenti al gruppo S.F. Italia Vivia. Intanto, a Sala delle Lapidi, sede del consiglio comunale di Palermo, l’Udc ha accolto a braccia aperte l’ex responsabile provinciale agli enti locali della Lega, Elio Ficarra che dopo un periodo di “purgatorio” al gruppo misto, ha annunciato la propria adesione nelle file dello scudocrociato di Decio Terrana che, nell’ultimo periodo, cerca di difendere il “suo” scuodocrociato da quello della nuova Democrazia cristiana di “cuffariana memoria”.

Pare che ci siano movimenti anche tra i deputati di Ora Sicilia: Totò Lentini e Luigi Genovese, secondo i bene informati, avrebbero già avviato un dialogo con gli autonomisti di Raffaele Lombardo per un loro passaggio nella formazione politica dell’ex presidente della Regione (per Lentini sarebbe un ritorno).

L’onda lunga dei movimenti all’interno dei gruppi parlamentari inevitabilmente arriva al governo della Regione mettendo in fibrillazione alcuni assessori. Di Turano ne abbiamo già parlato. Un altro assessore sulla graticola è l’azzurro Edy Bandiera (Agricoltura) che da quando girano le voci che lo danno in uscita incassa il sostegno e la solidarietà di numerose organizzazioni di categoria nell’ambito del mondo agricolo. La giovane new entry forzista Daniela Ternullo potrebbe dire la sua rimescolando le carte nel siracusano. Bernardette Grasso assessore regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica, secondo molti osservatori della politica regionale, sarebbe con un piede e mezzo fuori dalla giunta Musumeci. Nella ridistribuzione delle deleghe i Beni culturali dovrebbero passare a Forza Italia (sarebbe una delle richieste di Miccichè), dirottando la Lega all’assessorato della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro. Ai titoli di coda sarebbe anche l’esperienza di Alberto Pierobon assessore regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità, chiamato a risolvere l’atavico problema della gestione dei rifiuti in Sicilia dopo le dimissioni lampo del suo predecessore Vincenzo Figuccia.

Un colpo di scena lo potrebbe riservarlo Roberto Lagalla assessore regionale dell’Istruzione e della formazione professionale, che secondo alcuni rumors, potrebbe lasciare in presenza di un rimpasto nell’Esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Per l’ex Rettore dell’Universita egli Studi di Palermo ci sarebbe il posto di sottosegretario al ministero della Salute. Su una botte di ferro è Gaetano Armao assessore regionale dell’economia e vicepresidente della Regione che ha resistito ai ripetuti attacchi di Gianfranco Miccichè che dopo le elezioni europee aveva chiesto più volte la sua testa. Oggi a detta dello stesso Armao i dissidi con il leader azzurro sono stati superati, per la serie: Gli amici tieniteli stretti ma i nemici ancora di più. Appare solida la posizione di Ruggero Razza assessore della Salute che ha respinto il “fuoco fatuo” delle opposizioni che avevano presentato nei suoi confronti una mozione di sfiducia. Nell’ambito della “fantapolitica” (ma non troppo) Toto Cordaro, assessore del territorio e dell’ambiente, espressione del Cantiere popolare di Saverio Romano, potrebbe passare con l’Udc (rimanendo assessore) liberando un posto per Romano che così entrerebbe in giunta in quota Cantiere popolare, avendo sempre un occhio vigile sulle prossime comunali a Palermo.

Solida è la posizione di Manlio Messina, assessore regionale del Turismo, dello sport e dello spettacolo. Espressione di Fratelli d’Italia, Messina gode del sostegno della destra under 50 catanese a cui Musumeci pare tenga molto.

Sempre sul fronte catanese appare scontata la conferma del forzista Marco Falcone assessore regionale delle infrastrutture e della mobilità mentre è da decifrare la posizione di Antonio Scavone assessore regionale della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro. Idem per Alberto Samonà assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana in quota Lega che forte dei tre deputati regionali al massimo potrebbe “emigrare” verso altri lidi (al posto di Scavone).

Un rimpasto nel governo regionale con nuovi innesti porterebbe inevitabilmente a ridisegnare le presidenze delle commissioni ma il “puzzle” per il presidente Musumeci, è ancora tutto da comporre.

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