Regione, piano rifiuti bocciato da Roma. Trizzino (M5S): “Il governo regionale ridicolizza la Sicilia”. Pierobon: “Ben venga ogni contributo per migliorarlo”
Il ministero dell’Ambiente boccia il tanto “agognato” piano rifiuti della Sicilia. Il documento sarebbe carente delle “informazioni e analisi tecniche fondamentali per valutare la sostenibilità del piano”. E gran parte dei contenuti, si legge fra le quaranta cartelle, “risultano inutili a tale scopo”.
“Il Piano rifiuti bocciato dal ministero dell’Ambiente è un siluro che segna la fine politica del governo Musumeci” – tuona il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Giampiero Trizzino – che oggi, assieme al capogruppo Francesco Cappello e ai colleghi Luigi Sunseri, Nuccio Di Paola, Stefania Campo e Valentina Palmeri, ha tenuto una conferenza stampa all’Ars per fare il punto sulla sostanziale bocciatura del piano da parte del ministero dell’Ambiente.
“Questo governo – ha detto in apertura Cappello – continua a collezionare un fallimento dietro l’altro. La vicenda del piano rifiuti silurato dal Ministero è assolutamente rocambolesca e mi chiedo quando Musumeci si renderà conto che il suo è il governo del nulla”.
Trizzino ha passato in rassegna le critiche del ministero: “Il piano è fondamentalmente costruito sul nulla. Nasce da un disegno di legge che si potrebbe abbattere con un semplice emendamento. Nel merito, il ministero ha cassato pesantemente l’impianto normativo e tecnico, con 40 pagine di critiche impietose: manca la previsione dei flussi sulla capacità delle discariche e degli impianti compostaggio; i dati del piano non coincidono con la realtà dell’impiantistica regionale; mancano gli scenari ipotizzati per uscire dall’emergenza; valori della differenziata nei comuni, dichiarati dal governo, non coincidono con quelli certificati dall’Ispra che è l’unico ente nazionale che può certificare; mancano i riferimenti alle nuove direttive Ue sulla gestione dei rifiuti, la cosiddetta economia circolare. Non contiamo poi gli errori grammaticali e le frasi prive di significato. Insomma una carrellata di omissioni, dimenticanze, imprecisioni e bugie”.
Sunseri è intervenuto sui fondi europei, precisando che “il piano rifiuti è una condizione indispensabile per sbloccare le somme del Po Fesr e senza questo strumento ci sono risorse per 52 mln di euro che la Sicilia non può già utilizzare su complessivi 107 mln di euro condizionati all’approvazione del piano rifiuti. Tutto questo mentre la programmazione 2014-2020 sta per finire e le risorse rischiano di rientrare a Bruxelles”.
“Non è possibile – ha aggiunto Di Paola – che l’assessore all’Energia e il dirigente Cocina siano completamente scollegati tra loro. Il piano bocciato conferma la mancanza di una visione del Governo sulla gestione dei rifiuti. In questo clima, che controllo si esercita sulle varie autorizzazioni e sugli impianti che stanno sorgendo man mano in tutta la Sicilia?”
“Non possiamo che tirare un sospiro di sollievo – ha detto Campo – per questa bocciatura romana al piano regionale dei rifiuti definito carente e privo di fondamenta dal punto di vista pratico, carico di errori e parole inventate dal punto di vista formale. Nel piano non risultano inoltre i sei interventi per i quali Musumeci aveva ricevuto poteri speciali con l’ordinanza 513. Sono elencati ma di fatto non risulta nessuna informazione sul loro completamento nonostante il termine sia scaduto lo scorso 8 marzo”.
“Non è possibile ignorare o ridimensionare – ha detto Palmeri – le osservazioni del Ministero al piano rifiuti; in sostanza il piano viene dichiarato una mera dichiarazione d’intenti: gli obiettivi generali sono tutti ottimi e condivisibili, ma in realtà non viene indicato come e quando, manca un cronoprogramma chiaro. È certo che questa mancanza di un cronoprogramma è anche conseguenza della mancata priorità data da Musumeci alla realizzazione degli impianti, cosa che ha contribuito allo stallo impiantistico e all’insorgere di situazioni problematiche per cittadini e amministrazioni, tra questi l’aumento della Tari”.
“Com’era prevedibile il Ministero dell’ambiente ha stroncato il piano rifiuti per la Sicilia. Meno prevedibile era la riproposizione dei termovalorizzatori nella nostra regione da parte del ministro Costa. Una proposta che va contro le linee europee, più volte citate proprio dal documento del Ministero” – sottolinea il parlamentare regionale Claudio Fava (Centopassi per la Sicilia).
“Così la Sicilia rischia di essere ostaggio tra due fuochi: da un lato gli errori di forma e di sostanza nella redazione del piano di Musumeci e dall’altro la pervicacia con cui da Roma, complice – ahimè – un ministro dei Cinque Stelle, si torna a riproporre l’incenerimento come pratica virtuosa e necessaria. Addirittura nella relazione si parla di “almeno due o più impianti”! In questo modo, il Ministro Costa propone di azzerare l’unico elemento positivo contenuto nel piano regionale, e cioè il definitivo superamento dei termovalorizzatori, proposti per quindici anni da Cuffaro, Lombardo e Crocetta. Che ne pensano i Cinque stelle siciliani di questa posizione?”
Sulla questione inceneritori, Trizzino ha sgomberato il campo da qualsiasi potenziale equivoco. “Il M5S regionale e nazionale erano, sono e saranno sempre contrari a questi impianti. Nei rilievi i dirigenti del ministero si chiedono soltanto dove vada a finire la frazione indifferenziata, visto che il piano è poco chiaro sulla capacità residuale delle discariche. E citano il decreto Sblocca Italia che prevedeva impianti di incenerimento. Deduzione legittima, ma politicamente il ministro Costa e il M5S restano contrari a ogni forma di incenerimento”.
L’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, il tecnico veneto Alberto Pierobon, prova a gettare acqua sul fuoco: “Le osservazioni del ministero rientrano nel normale iter di approvazione del piano rifiuti. Non c’è nulla di eccezionale, anzi ben vengano. Il piano va integrato col contributo di tutti per avere il miglior risultato possibile. Alcune critiche sono costruttive, altre le valuteremo, ma c’è talmente tanto da fare che ogni aiuto è sempre utile”. “All’interno dell’iter per l’approvazione del piano – prosegue Pierobon – è previsto il rilascio della Vas, la valutazione ambientale strategica, da parte dell’assessorato all’Ambiente. La procedura dà 60 giorni di tempo ai soggetti interessati e competenti in materia ambientale come sindaci, associazioni, lo stesso ministero, per presentare delle osservazioni”.
“È la prima volta che la Sicilia decide di dotarsi di un piano rifiuti – continua – è un lavoro storico, un documento importante di pulizia e trasparenza che il governo sta portando avanti. Anche altre amministrazioni ritenute virtuose hanno ricevuto osservazioni anche più dure, eppure oggi le prendiamo a modello. Le osservazioni del ministero fanno parte del normale iter seguito per migliorare il piano. Si tratta di centinaia di pagine e allegati che vanno integrati con i suggerimenti di tutti, dei territori, delle opposizioni, dei sindaci. Non ci sarà alcun allungamento dei tempi – conclude Pierobon – integreremo il piano e andremo avanti nell’interesse di tutti i siciliani”.