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Home - Beni culturali - Un museo su Himera nell’ex stazione ferroviaria di Buonfornello

Un museo su Himera nell’ex stazione ferroviaria di Buonfornello

19/12/2018 Beni culturali
Himera - scavo fossa comune
Un grande museo nell’ex stazione ferroviaria di Buonfornello, nel Palermitano, per esporre i reperti provenienti dagli scavi effettuati nell’area della città bassa di Himera. E’ l’intesa di massima raggiunta tra la Regione Siciliana e Rete ferroviaria italiana, con il cui contributo si stanno portando alla luce i resti della famosa battaglia che, nel 480 avanti Cristo, vide la vittoria dei Greci sui Cartaginesi, nell’area in cui oggi ricade il territorio di Termini Imerese. L’antica colonia greca di Himera sorgeva, infatti, sulla costa tirrenica della Sicilia, tra il fiume Torto e l’Himera settentrionale, in provincia di Palermo. La polis era costituita dalla “città bassa” sita sulla vasta pianura costiera e dalla “città alta” sulla collina retrostante.
«Aggiungiamo – sottolinea il presidente della Regione Nello Musumeci – un’altra perla all’enorme patrimonio storico-archeologico per il quale la Sicilia è diventata famosa nel mondo e meta di continui flussi turisti. La nostra storia, il nostro passato va continuamente valorizzato e reso sempre più fruibile. Salvaguardarne la memoria è un dovere anche perchè rappresenta sempre una occasione di sviluppo economico per la nostra Isola».
Dai risultati degli scavi eseguiti in occasione della realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità nel 2007, si ha la certezza che l’accampamento cartaginese occupasse il territorio costiero, lungo la riva orientale del fiume Torto, arrivando fino alle colline di fronte alle mura della città. I lavori di ricerca hanno prima messo in evidenza il campo di battaglia con la scoperta di innumerevoli resti scheletrici di uomini e cavalli dei due eserciti e, successivamente, hanno portato alla luce ciò che rimane della città bassa, delle fortificazioni e del luogo teatro della battaglia.
Dai risultati degli scavi eseguiti in occasione della realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità nel 2007, si ha la certezza che l’accampamento cartaginese doveva occupare il territorio costiero, lungo la riva orientale del fiume Torto arrivando fino alle colline di fronte alle mura della città. Gli scavi hanno messo in evidenza il campo di battaglia con la scoperta di innumerevoli resti scheletrici di uomini e cavalli, pertinenti i due eserciti.
Questa importante scoperta, avvalora il racconto di Diodoro Siculo che a tal proposito afferma: «(Amilcare dopo lo sbarco a Palermo) si spinse con l’esercito contro Himera e la flotta lo fiancheggiava navigando. Quando giunse nei pressi della città, che abbiamo prima citato, vi pose due accampamenti, uno per l’esercito di terra ed uno per la forza navale. Tirò a secco tutte le navi da guerra e le circondò con un profondo fossato e con una palizzata di legno, fortificò l’accampamento dell’esercito di terra che aveva sistemato proprio di fronte alla città, e aveva prolungato dalla trincea navale fino alle colline sovrastanti».
«L’idea – spiega l’assessore ai Beni culturali Sebastiano Tusa – è quella di realizzare una grande struttura secondo i criteri più aggiornati della museografia contemporanea. Creare un museo in prossimità del luogo della battaglia è una scelta precisa che, oltre a dare un senso ai luoghi teatro dello scontro, potrà essere volano di sviluppo per il territorio”.
Dopo quello di Favignana sul sanguinoso scontro delle Egadi e quello di Catania sullo sbarco dell’estate del ‘43, la struttura di Buonfornello sarà il secondo museo dedicato a una battaglia, che il visitatore potrà rivivere in una realtà virtuale grazie all’utilizzo delle tecnologie più avanzate.
«I musei tematici, così come questo che abbiamo intenzione di realizzare – conclude l’assessore Tusa – costituiscono per i visitatori un valore aggiunto per la conoscenza del territorio e della storia che lo ha attraversato. Una musealizzazione moderna rappresenterà una nuova modalità di comunicare una storia antica che ha profondamente cambiato la nostra storia moderna».
Tags:Nello Musumeci, Sebastiano Tusa
di Redazione

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