Elezioni, Ciro Lomonte (Siciliani Liberi): “Palermo capitale dell’apparenza”

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Ciro Lomonte

Oggi con Ciro Lomonte (Siciliani liberi), candidato sindaco di Palermo, iniziamo le interviste agli aspiranti sindaco del capoluogo della Sicilia.

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Lei ha dichiarato più volte che siete gli unici “veramente liberi” dalle segreterie nazionali di partito. Non le sembra che senza avere dei punti di riferimento a livello nazionale, amministrare una città complessa come Palermo potrebbe essere complicato?

“Considerato quello che hanno combinato le segreterie ben organizzate non mi sembra che ci sia da preoccuparsi di fare peggio. Noi siamo convinti che siamo trattati da colonia. Ieri abbiamo avuto a Palermo Pino Aprile che ci ha fatto una conferenza bellissima, partendo dall’ultimo libro “Carnefici”. Aprile ci ha parlato di questo blocco di potere economico che ha gestito la presa del potere politico e che ha fatto un genocidio nei confronti del Sud, non solo fisico ma anche culturale, cercando di cancellare le radici e le identità di questi popoli, come quello siciliano, di cui ancora oggi se ne parla poco. Palermo come capitale e la Sicilia come terra che vogliamo riscattare, sono in una fase di declino terribile, culturale ed economico. Riteniamo che bisogna fare due operazioni in una: intervenire per sostituire la classe dirigente che si è dimostrata serva di un sistema pestifero, sostituendola con persone che non siano mestieranti della politica ma che vengano del mondo del lavoro ed abbiano degli ideali”.

Lei sostiene che “la soluzione ultima sarebbe quella dell’indipendenza ma a breve termine propone la Sicilia come Zona Economica Speciale in modo che possa avere la sua fiscalità di vantaggio, una moneta complementare e la devoluzione integrale di tutti i tributi maturati nel territorio”. Progetto che potrebbe suscitare qualche interesse ma forse la gente a Palermo è maggiormente interessata ad avere le strade senza buche, i marciapiedi puliti e maggiore efficienza dei servizi erogati dall’Amministrazione comunale…

“La percezione che ho parlando con le persone che incontro giornalmente è che al primo posto ci sia la domanda di lavoro ma non di un impiego pubblico. Bisogna togliere gli ostacoli a chi fa impresa in Sicilia. C’è una grande sfiducia nei confronti della classe politica. Mi sembrava che la richiesta indipendentista fosse da parte di pochi, invece, andando in giro, mi sono accorto, dalle risposte dei siciliani che vivono in Sicilia e da quelli che risiedono all’estero, che c’è un grande interesse a capire se c’è una forza politica che fa realmente gli interessi dei palermitani. E’ evidente che questo la gente l’ha nel cuore ma è stata delusa tante volte, ultimo in ordine di tempo, da Raffaele Lombardo con il suo Movimento per le autonomie”.

La campagna elettorale ha avuto dei momenti di alta tensione quando si è parlato di legalità. Il movimento Siciliani Liberi nutre qualche timore per quello che possa accadere nell’ambito dei seggi elettorali…

“Noi abbiamo un doppio timore: Intanto, nei seggi elettorali ci sono sempre gli stessi presidenti. All’ultima tornata elettorale sono state annullate 15.000 schede, ovvero il 5% che è il quorum per entrare nel Consiglio comunale. Stiamo lavorando per avere rappresentanti di lista e vigilare affinché tutto proceda nel migliore dei modi. Inoltre, un altro segnale preoccupante consiste nel fatto che in due recenti sondaggi elettorali noi come Siciliani Liberi non ci siamo, ovvero siamo definiti “altro”. Società demoscopiche, televisioni e giornali tendono a ignorare la nostra esistenza. Questi sono piccoli segnali che ci fanno capire che diamo fastidio. C’è il tentativo di condizionare il voto per fare passare il messaggio che noi non esistiamo o se esistiamo, la nostra forza politica è insignificante. Questa campagna elettorale mi sembra basata più per andare contro qualcuno che per Palermo ma questo non è un modo adeguato per perseguire il bene comune”.

Lei ha detto che “vuole ricostruire Palermo usando le metodologie di rigenerazione urbana e fare piani urbanistici che permettano di individuare come, dove e con quali tecnologie rifarla completamente”. Un progetto ambizioso…

“Siamo la quinta metropoli d’Italia. In tutte le altre metropoli si sta intervenendo in modo pesante sul territorio tra pubblico e privato. Palermo è l’unica immobile. Questo non perché c’è la crisi ma a causa della mancanza di progetti. Dalla fine degli anni ’80, inizi anni ’90, è stato perseguito il criterio del “vincolo” ma con i piani vincolistici è successo che si è permesso di fare a Zamparini il Conca d’Oro sul verde storico, adesso stanno votando in consiglio comunale di demolire l’area di archeologia industriale del vecchio cotonificio per fare 400 alloggi di edilizia convenzionata. Inoltre, si parla di distruggere i mandarineti di Ciaculli per fare l’Ikea e il nuovo cimitero. Questo non è difendere il territorio ma andare a casaccio. Vincoli tutto, poi, con il metodo della variante, cambi tutto”.

Lei ha definito Palermo la capitale dell’apparenza. Perché?

“Leoluca Orlando è una persona che ha grandi capacità ma è anche un grande attore che gioca con le immagini e con le parole per cui ci sono tante cose che sono di facciata. Siamo capitale dei giovani ma io non me ne sono accorto. Dice che l’aeroporto ha aumentato i flussi turistici. Io invece vedo i giovani che prendono gli aerei per andare a lavorare fuori. Il percorso arabo-normanno dell’Unesco cosa vuole dire, se per raggiungere le cattedrali di Palermo e Monreale abbiamo un autobus ogni ora e mezza. Palermo è una capitale di ciò che appare, ci sono dichiarazioni di principio non supportate dai fatti”.

Facciamo un “volo Pindarico”, parliamo di calcio. La squadra della città è retrocessa. Lei ha parlato di azionariato popolare stile Barcellona per rilanciare i colori rosanero ma negli anni passati questi tentativi sono falliti miseramente….

“Seguo le vicende del Palermo essendo anche in contatto con l’Associazione “Tifosi rosanero riuniti”. Certo, c’è la crisi economica ma è cambiata la tipologia dei frequentatori dello stadio poiché vedo sempre più famiglie. Inoltre, c’è stata una crescita di identificazione con la squadra. Bisogna puntare sul senso di appartenenza dei palermitani”.

Se si dovesse andare al ballottaggio il suo movimento si asterrebbe. Non le sembra che il non volersi “contaminare” con le altre forze politiche possa portare Siciliani Liberi all’isolamento?

“L’appoggio al ballottaggio non lo daremo a nessuno. Siamo per l’astensione. Noi riteniamo, come dice il professore Massimo Costa,  che tutti hanno le segretarie a Roma, a Milano, a Genova e nessuno è libero, compresi i Cinque stelle che in un primo momento sembravano interessati veramente alla Sicilia. Noi siamo stati corteggiati dal Centro Destra e da Salvini ma quello che noi stiamo facendo è un risveglio di coscienza che riguarda tutta la Sicilia. L’approccio giacobino dei Cinque stelle non ci convince per niente. La nostra è fermezza, non rigidità”.

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