“L’amore che ho”: il film del regista palermitano Paolo Licata ispirato alla vita della cantautrice siciliana Rosa Balistreri
iIl film in programmazione nelle sale cinematografiche, liberamente tratto dal romanzo di Luca Torregrossa

E’ in programmazione nelle sale cinematografiche il bellissimo film del regista palermitano Paolo Licata “L’amore che ho” ispirato alla vita della cantautrice siciliana Rosa Balistreri e liberamente tratto dal romanzo di Luca Torregrossa.
Diciamo subito che non siamo in presenza di una semplice biografia bensì di un’opera minuziosa e complessa, di ricostruzione di un momento storico, relativo al periodo che va dagli anni quaranta agli anni novanta, caratterizzato da grandi cambiamenti sociali e nei quali la protagonista rappresenta l’emblema di un coraggioso rinnovamento culturale.
Rosa Balistreri era nata a Licata in una famiglia di contadini estremamente povera e in una realtà sociale ove i minori, come lei stessa, venivano costretti a lavorare nei campi per guadagnare un tozzo di pane. Di studiare, specie per una femmina, non se ne parlava e meno che mai ci si poteva sposare per amore senza il consenso del padre padrone.
Nel film, in una serie di flashback mai scollati fra loro ma tutti collegati da un filo conduttore, la vita familiare di Rosa Balistreri viene descritta con tutte le difficoltà e le violenze subite, fisiche e psicologiche. Tuttavia emerge sempre il personaggio positivo della cantautrice che ha studiato da sola ed è riuscita con la sua forza interiore e il suo canto, a denunciare i soprusi, le diseguaglianze sociali e la piaga del patriarcato, arrivando a tessere rapporti di stima con intellettuali dell’epoca come Dario Fo, Franca Rame, Renato Guttuso e Andrea Camilleri.
C’è una scena, davvero stupenda, in cui viene efficacemente messo in rilievo il parallelismo fra il lento e faticoso lavoro nei campi e il canto della Balistreri che pare ripetere il medesimo ritmo. Un messaggio più forte di ogni altro proclama che ne fa l’eroina di un’epoca di cui purtroppo subiamo ancora gli strascichi, specie con gli episodi di violenza domestica, che la Balistreri ha combattuto con tutta sé stessa.
Bravissime le attrici che la interpretano nelle varie età, da Anita Pomario a Donatella Finocchiaro e Lucia Sardo. Quest’ultima è così intensa che dà l’impressione di far rivivere Rosa Balistreri nell’ultimo periodo della sua vita. Bravi anche Tania Bambaci che interpreta la figlia e Vincenzo Ferrera nel ruolo di Emanuele. Tutto il cast è all’altezza della situazione mentre merita un elogio a parte la bellissima colonna sonora che giustamente Licata ha definito colonna portante del film e che è rappresentata dalle canzoni della protagonista e dalle musiche originali della nostra “cantantessa” Carmen Consoli che ha pure un significativo cameo nel film nel ruolo di Alice.