A Santa Caterina Villarmosa la seconda tappa di “Verro e la parabola delle verghe”
Dopo il successo di pubblico e di critica registrato a Milena, anche a Santa Caterina Villarmosa, nella Villa Castelnuovo, grande apprezzamento per “Verro e la parabola delle verghe”, lo spettacolo proposto da “Officina Teatro Canzone”, sia per l’argomento trattato, che ha coniugato buona musica, testi impegnati e argomenti storici che i più anziani della cittadina conoscono bene: “Verro e la parabola delle verghe”, l’opera scritta da Giuseppe Pastorello, inserito nel progetto denominato “Il teatro canzone nelle rivolte contadine”. Ovvero, quelle manifestazioni che hanno interessato quasi tutta la Sicilia subito dopo l’unità d’Italia ai tempi dei fasci siciliani: protagonisti, i contadini che hanno pagato a caro prezzo la ricerca della libertà e di condizioni di vita più dignitose. Lo spettacolo inizia con la recitazione dei versi della poesia di Umberto Santino, “ricordati di ricordare” e il consueto ausilio di video consentirà al pubblico la visione di alcune scene del film “Per quel soffio di libertà” di Alberto Castiglione. Santa Caterina Villarmosa è tristemente famosa in quanto nella rivolta del 5 gennaio 1894, perirono 14 persone e vi furono numerosi feriti fra cui donne e bambini. Giuseppe Pastorello, presidente di Officina Teatro Canzone, spiega il perché del titolo dell’opera: “Quello che oggi potrebbe essere scontato non lo era allora per quell’epoca e l’intuizione di Verro fu quella di riunire i contadini per costruire un nucleo che avrebbe avuto la possibilità di farsi sentire. Verro ai contadini riuniti diceva: “se voi prendete una verga sola la spezzate facilmente, se ne prendete due, le spezzate con maggiore difficoltà. Ma se fate un fascio dei verghe è impossibile spezzarle. Così, se il lavoratore è solo può essere piegato dal padrone se invece si unisce in un fascio, in un’organizzazione diventa invincibile”. La formazione di “Officina Teatro Canzone” è la consueta, composta da Roberto Giannì al piano e agli arrangiamenti musicali, Christian Bianca al violino, Annalisa Paladino al basso elettrico, Vincenzo Arisco alle percussioni, le voci di Giuseppe Pastorello e Loredana Maieli e gli attori Maurizio De Luca e Cristina Giarmanà.
Terza tappa il 22 settembre a Lercara Friddi dove il 25 dicembre 1893 vi furono 12 morti e numerosi feriti.