Al Comune di Palermo Lagalla al bivio: galleggiare o rilanciare

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Roberto Lagalla

Ci siamo è passato più di un anno dalla vittoria di Roberto Lagalla al Comune di Palermo. Il lungo declino Orlandiano aveva esasperato la città ed i suoi abitanti. E le aspettative erano tante dopo un’epoca che a fasi alterne era durata quasi quarant’anni. La soddisfazione di molti a non vedere più il ciuffo e la retorica del Leviatano di Filaga era tanta. Ma l’effetto contro dopo un anno svanisce, e ci si interroga su cosa è cambiato, oltre al timoniere. La città rimane diruta, sdrucita, sporca, socialmente borderline, le periferie abbandonate a se stesse, il centro storico un suk in mano a spacciatori e baby gang. Gli arresti dei capi mandamento di molti quartieri palermitani hanno tolto il controllo mafioso del territorio, ma né lo Stato né il Comune si sono reimpossessati di questi luoghi, che sono ormai allo sbando. Qualcosa è cambiato, diamo atto all’Assessore Orlando, ai cimiteri, di aver messo mano ad una situazione che gridava vendetta al cospetto di Dio. Anche il ramo delle attività produttive, gestite da Forzinetti, cercano di risollevarsi dall’abbandono, anche culturale, in cui le aveva lasciate la precedente governance. Ma è poca cosa rispetto allo sprofondare della quinta città d’Italia. Ma il problema di Lagalla non sono le strade, o la lordura ovunque, ma il rimpasto. La sua maggioranza, o parte di essa, in contrapposizione vuole il rimpasto. Come se i cittadini di Palermo, di cui alcuni, molti, privati anche del RdC, campassero di rimpasto. Come se dal rimpasto uscissero pizzette per tutti.

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La verità è che Lagalla dovrebbe uscire dall’angolo dove lo hanno infilato i partiti, e fare di testa sua. È politicamente un rischio ma dovrebbe lui, e non loro, cambiare la governance. Trovare degli Aristos, i migliori in circolazione, e fare una giunta più tecnica che politica. Una giunta del Sindaco, sarebbe in minoranza in Consiglio comunale, ma il Consiglio ha un utilità quando ci sono grandi risorse da indirizzare, qua invece ci sono responsabilità da gestire, soluzioni tecniche a volte impopolari, vedi riscossioni, temi alti, come il piano regolatore, ignorati dalla bassa politica. Se Roberto il Magnifico, ex Rettore dell’università di Palermo, non trova lui un governo dei migliori chi può farlo? E di questo Palermo ha bisogno, non di accontentare faide interne ed esterne a piccoli circuiti.

Così è se vi pare

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