Francesca Bellia confermata segretaria generale Cisl Scuola Sicilia

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Francesca Bellia

Francesca Bellia, 53 anni, insegnante di Palermo è stata confermata segretaria generale Cisl Scuola Sicilia. Ad eleggerla il consiglio generale del sindacato nel corso del settimo congresso che si è svolto oggi presso l’hotel NH di Palermo. Nella sua segreteria sono stati eletti Pietro Galati 45 anni ed Emanuele Caci 50 anni. Al congresso hanno partecipato il segretario generale Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio, la segretaria generale Cisl Scuola nazionale Maddalena Gissi e la segretaria generale aggiunta Cisl Scuola nazionale Ivana Barbacci.

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Bellia ha sottolineato nella sua relazione l’importanza del Pnrr per il futuro della Scuola. “È una occasione epocale anche per la comunità siciliana, faccio appello alle istituzioni, enti locali, affinché lo strumento venga utilizzato al massimo per colmare i ritardi storici che in Italia hanno svilito il valore del lavoro e della professione di insegnamento. Crediamo che parallelamente agli investimenti per modernizzare ilsistema della Scuola, bisogna riconoscere una dignità europea al personale, ai servizi e alle strutture”. “Particolarmente importanti le priorità poste nel Piano di resilienza, ovvero la riforma del sistema di reclutamento dei docenti, la previsione della formazione obbligatoria per dirigenti, docenti e Ata e il collegamento della formazione alle progressioni di carriera. Questi interventi – ha aggiunto Bellia – , accanto agli investimenti per l’estensione del tempo pieno nella scuola primaria e l’aumento dei posti nei nidi e nella scuola dell’infanzia, alle azioni sulle infrastrutture scolastiche e alla riforma dell’orientamento, degli istituti tecnici professionali, degli ITS, sembrano poter rivoluzionare tanti aspetti del nostro sistema”.

La scuola, ha ribadito la segretaria generale Cisl Scuola Sicilia è fra le realtà che sta pagando il prezzo più alto legato alla crisi pandemica. “La pandemia ha tarpato le ali infatti alla progettualità, all’apertura transnazionale (mobilità, Erasmus, viaggi…) alla socializzazione, vera anima della scuola. Ha aumentato le disuguaglianze nelle opportunità territoriali e individuali di crescita, di sviluppo sociale e culturale del contesto scuola in cui ‘spazi-gioco’ e ‘spazi-ascolto’ dovrebbero essere sempre e comunque garantiti. La DAD, seppur necessaria e talvolta inevitabile, ha portato a nuove forme di isolamento e dispersione scolastica”. Il sistema è ulteriormente provato dai dati sull’abbandono scolastico (13,5% contro una media UE del 10,2% nei giovani tra 18 e 24 anni, che collocano l’Italia in coda alle graduatorie internazionali: al 23° posto su 27 Stati), al peggioramento negli esiti di apprendimento (messo in relazione con la sospensione dell’attività scolastica in presenza e il ricorso alla DAD o alla DDI durante gli ultimi due anni scolastici) ed anche all’aumento dei cosiddetti NEET ( percentuale salita al 24,4%). Fra le priorità Bellia ha fatto rifermento alla necessità di individuare nuove forme di reclutamento del personale , accanto ai concorsi (che andrebbero rivisti privilegiando la forma del corso-concorso) andrebbe valorizzata anche l’esperienza maturata. A questo proposito la CISL Scuola da tempo avanza la proposta di un sistema nel quale alle procedure concorsuali ordinarie si affianchi una diversa opportunità di stabilizzazione che, garantendo la preparazione del personale, valorizzi il servizio svolto”. E poi ancora secondo Bellia è necessario puntare sulle nuove politiche retributive, sulla realizzazione del Patto per la scuola , sulla sicurezza non solo legata alla pandemia ma anche strutturale con la necessità di portare avanti in Sicilia i progetti sull’edilizia scolastica, sulla necessità di rivedere il sistema dell’istruzione e formazione professionale per il quale, spiega Bellia “all’assessore al ramo Lagalla abbiamo richiesto l’istituzione di un Comitato per le politiche regionali della formazione professionale anche con la presenza dei sindacati al fine di garantire che può diventare una sede qualificata e lungimirante di indirizzo per i programmi di Formazione su cui la Regione investe risorse”.

Per il segretario generale Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio “è fondamentale il lavoro fatto in questi anni dalla Cisl Scuola per creare e rafforzare il senso di comunità educante e il patto di alleanze educative fra i vari attori della scuola. Siamo dell’idea che il futuro passi da qui, dalla qualità del nostro sistema scolastico e formativo che deve preparare i giovani alle sfide del futuro e alle nuove professioni legate anche alle sfide della transizione ecologica. Potenziare, rendere più sicura, più funzionale, la nostra Scuola siciliana vuol dire proprio questo fare un passo verso lo sviluppo della nostra terra preparando al meglio, con una maggiore consapevolezza di ciò che serve al mercato del lavoro, le figure professionali che dovranno incidere sulla crescita di tanti settori cruciali e strategici per l’economia siciliana. Ormai non è più rinviabile un confronto stabile sul Pnrr nelle regioni e sul territorio per mettere a sistema gli importanti investimenti previsti sul settore”. A conclusione del congresso l’intervento della segretaria generale Cisl Scuola nazionale Maddalena Gissi. “Una rinnovata centralità delle politiche su istruzione e formazione passa attraverso un livello accresciuto di investimenti, colmando il divario che separa l’Italia da altri paesi europei e non solo, gap del resto ancora più avvertito al Sud. Servono dunque risorse che intervengano sul problema delle classi sovraffollate e allo stesso tempo sui parametri nazionali, con l’obiettivo di aumentare l’efficacia della didattica e potenziare l’edilizia scolastica. Serve reclutare personale nuovo, stabilizzare i precari, Ata e docenti e sostenere di più i dirigenti scolastici nelle loro responsabilità che spesso vanno oltre. Occorre inoltre definire meglio le competenze in materia di istruzione tra Stato, Regioni, Enti locali, Autonomie scolastiche, assumendo come obiettivi di fondo il superamento delle disuguaglianze sul territorio nazionale e una semplificazione della governance. Andrebbero definiti, anche per la scuola, i Livelli Essenziali dei Servizi che devono essere ordinariamente garantiti al sistema scuola, individuando modalità compensative o sostitutive nel caso in cui questi servizi non siano garantiti, puntando inoltre a ricomporre i divari esistenti tra le diverse realtà territoriali” conclude Gissi.

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