Anniversario strage via D’Amelio, Cisl: Giustizia e sviluppo per rendere viva la memoria

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Ventinove anni fa la strage di via D’Amelio, 57 giorni dopo quella di Capaci, del 23 maggio dello stesso anno, il 1992. Ricordare quella stagione buia della storia della Repubblica nel giorno in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. E a quasi due mesi da quella in cui a morire furono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, “rinnova puntualmente in noi il sentimento di cordoglio, di pena e di lutto per quello che è accaduto”. A dirlo Sebastiano Cappuccio, segretario della Cisl Sicilia, per il quale “ad addolorci è pure il senso di frustrazione per le ombre che ancora si allungano su quei fatti, tra misteri, anomalie e depistaggi. Perché gli attentati contro Giovanni Falcone e Paolo Borsellino si consumarono in un contesto di ambiguità e complicità che si tradusse in quello che la Corte d’assise di Caltanissetta, nel giudizio conclusivo del Borsellino quater, ha definito “uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana”. Ecco, rendere viva la memoria di Borsellino, Falcone e delle altre vittime delle stragi mafiose, non può che voler dire, annota la Cisl, “accertare la verità e rendere giustizia. E farlo in tempi che non siano infiniti”. Ma significa anche “condurre un lavoro quotidiano di educazione alla legalità – sottolinea Cappuccio – alimentando una coscienza della quotidianità antimafiosa e sottraendo terreno a Cosa nostra, per puntare a uno sviluppo autentico della Sicilia”. Inoltre deve voler dire, aggiunge il segretario, “condurre una lotta senza quartiere contro la corruzione, centrando l’azione politica su logiche di investimento produttivo e su misure di inclusione e tutela sociale. È questo – scrive la Cisl – che anche oggi chiediamo ai governi, regionale e nazionale”.

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“Come ogni anno anche oggi commemoriamo i nostri Eroi, il giudice Paolo Borsellino,  i cinque agenti della scorta che persero la vita nella strage di via D’Amelio, Agostino Catalano, Emanuela Loi. Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Il ricordo del loro sacrificio per noi diventa coraggio che è fondamentale per contrastare ogni giorno, in ogni azione, il fenomeno mafioso che opprime la nostra terra”. Ad affermarlo nel giorno del 29esimo anniversario della strage di via D’Amelio è il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana. “Abbiamo bisogno di verità sulle stragi che colpirono il cuore dell’antimafia in quel terribile anno, il 1992, che ci strappò via i giudici Borsellino , Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, le donne e gli uomini che con loro lottavano contro la mafia. Ma abbiamo bisogno, anche, sempre di più, della grande azione di contrasto a cosa nostra in ogni settore economico, amministrativo, che come confermano le ultime inchieste giudiziarie rischiano di essere condizionati dall’oppressione mafiosa. Perché solo in una terra libera dai condizionamenti, il rilancio sarà possibile conclude La Piana.

“La ricorrenza del 19 luglio è uno spartiacque tra un  prima e un dopo che ha inciso nella coscienza collettiva di un popolo, sulla nostra pelle. Dal sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e degli agenti delle scorte, e dal grande movimento antimafia che è nato in questa terra, derivano le responsabilità che appartengono a tutti nel contrasto del fenomeno mafioso e delle illegalità, anche a noi nella lotta per i diritti dei lavoratori che combattiamo ogni giorno, ai movimenti, alle associazioni  – dichiara il segretario generale di Cgil Palermo Mario Ridulfo – Occorre che legalità e sviluppo camminino insieme. E per questo è importante  dare risposte ai bisogni delle persone e far sì che la legalità diventi un fatto normale e che anche i più pericolosi latitanti, come Matteo Messina Denaro, possano venire catturati nei tempi giusti. Nella lotta alla  mafia, nell’idea di legalità, la precondizione  è che non ci possono essere zone franche, affinché l’illegalità diffusa non venga percepita nella nostra realtà come una difficoltà dello Stato a fare rispettare le leggi o peggio come una scelta”.

“Contro la mafia serve buona politica”. Nel solco delle parole di Paolo Borsellino, eroe, senza volerlo, del nostro tempo, il ricordo del sacrificio suo e della scorta non sia solo commemorazione ma rinnovato e concreto impegno perché la Sicilia si affranchi dal giogo di tutte le mafie, riaffermando ogni giorno i principi di legalità e giustizia –  afferma il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, nell’anniversario della strage di via D’Amelio.

Un fascio di luce tricolore ad avvolgere e abbracciare l’albero di ulivo di via D’Amelio che ricorda l’uccisione del giudice Paolo
Borsellino e della sua scorta. Il nuovo impianto di illuminazione artistica, proposto dal fratello del magistrato ucciso dalla mafia il
19 luglio del 1992, Salvatore Borsellino, e voluto dal sindaco Leoluca Orlando, si accenderà stasera (lunedì 19 luglio) alle ore 21 allampresenza del sindaco.
“Accendiamo l’Albero della Pace, simbolo di cambiamento di una città non governata più dalla mafia, per fare memoria e chiedere giustizia – dichiara Orlando -. Per non dimenticare i troppi depistaggi orditi da uomini di Stato che hanno allontanato la verità per troppo tempo. È anche un messaggio di impegno e di futuro nel rispetto della legalità del diritto e della legalità dei diritti  di tutti e di ciascuno, senza discriminazioni e violenze”. 

La nuova illuminazione è stata installata da AMG Energia Spa attorno all’albero di ulivo piantato proprio in corrispondenza della buca
lasciata dall’esplosione dell’autobomba. È stata realizzata sulla base di un preventivo di circa 2.500 euro, autorizzato dall’Amministrazione comunale: il nuovo impianto è formato da tre proiettori che sono stati donati da un privato. Gli operatori di AMG Energia hanno realizzato i cavidotti interrati, hanno posato cavi e realizzato collegamenti elettrici, fissando su basi di calcestruzzo i proiettori che diffondono fasci di luce verde, bianca e rossa, protetti a loro volta da scatole di metallo. L’accensione e lo spegnimento dell’impianto è comandato da un interruttore di tipo astronomico, un dispositivo che permette di rilevare il momento esatto del crepuscolo astronomico, regolandosi in maniera automatica sia in relazione alla presenza di buio o di luce sia in relazione al passaggio dall’ora solare a quella legale.

 

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