Morto Alfonso Giordano: fu il presidente del Maxiprocesso. Il cordoglio della politica
“Oggi alle 13.30, il presidente Alfonso Giordano è tornato serenamente alla casa del padre – ha scritto suo figlio, Stefano, su Facebook – le esequie si svolgeranno in forma strettamente privata. Ne danno notizia i figli, uniti nel dolore e nella speranza della resurrezione”. Alfonso Giordano aveva 92 anni. Nella Palermo degli anni Ottanta, fu l’unico magistrato ad accettare di dirigere la corte d’assise del primo grande processo alla mafia. “Accettò con coraggio e spirito di abnegazione un incarico che altri avevano declinato. Alfonso Giordano sarà ricordato per sempre come il presidente del primo maxiprocesso alla mafia, spartiacque nella lotta dello Stato a Cosa Nostra. La Sicilia perde un magistrato di altissimo valore”. Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
“Oggi se n’è andato il giudice Alfonso Giordano – afferma l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – un grande siciliano, un magistrato integerrimo, un uomo libero. Fu lui a presiedere il maxiprocesso alla mafia, che prese avvio nel febbraio del 1986 e terminò con una pioggia di condanne nei confronti dei principali capimafia e sicari di Cosa nostra. Con quella sentenza, scrisse una pagina di storia indelebile che mai potrà essere dimenticata.
“Le mie condoglianze e quelle dell’Assemblea regionale siciliana – afferma Gianfranco Miccichè – giungano ai familiari del giudice Alfonso Giordano, morto all’età di 92 anni. Giordano è stato il presidente della Corte d’Assise che processò in modo esemplare Cosa nostra palermitana nel primo maxiprocesso”.
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, appresa la dolorosa notizia della scomparsa del presidente Alfonso Giordano, “partecipa al dolore dei familiari e della Magistratura italiana, ricordando il suo straordinario impegno di magistrato e di presidente del Maxi Processo contro la criminalità mafiosa, iniziato il 10 febbraio 1986. Il nome del presidente Giordano resta indimenticabile e scritto nella storia di liberazione del nostro paese e della nostra città dalla criminale ipoteca della mafia e dal suo sistema di potere affaristico e politico”.