Incendi, Flai, Fai e Uila sulle accuse ai forestali per i roghi nei boschi. “Basta con le generalizzazioni. La Regione si assuma le sue responsabilità sui ritardi nella campagna di prevenzione”

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Incendio Altofonte

“Generalizzare non serve a capire quali siano i problemi reali. Ed è pericoloso, un fatto grave, perché in questo modo si rischia di individuare soltanto un nemico, esponendolo. Nel 2017 un giovane armato di pistola minacciò dei forestali che stavano spegnendo un incendio, a Santa Cristina Gela in provincia di Palermo, accusandoli di essere loro quelli che appiccano gli incendi nei boschi. Bisognerebbe nelle statistiche ricordare anche i lavoratori morti nel tentativo di spegnere gli incendi”, dichiarano il segretario Flai Cgil Palermo Dario Fazzese, il segretario Fai Cisl Palermo Trapani Franco Nuccio e il segretario Uila Uil Palermo Giuseppe La Bua.
Così i segretari di Flai, Fai e Uila replicano alle dichiarazioni, riportate oggi dal Giornale di Sicilia,  del dirigente del Corpo forestale  e del servizio Antincendio che nella loro relazione annuale evidenziano presunte responsabilità degli operai stagionali, assieme ad altre emergenze come la mafia dei pascoli,  tra  le cause dei roghi di origine dolosa.
“Ci ricorda molto l’attacco generico di Musumeci ai dipendenti pubblici fannulloni. Una brutta abitudine delle istituzioni regionali, quella di scaricare le proprie inadempienze sui dipendenti – proseguono Fazzese, Nuccio e La Bua –  Puntare il dito su lavoratori che svolgono un compito che li pone in condizione di rischio per la propria vita sembra più un tentativo di  mettere le mani avanti rispetto ai ritardi della programmazione della campagna di prevenzione antincendi, sempre più precaria,  anche nei fondi adoperati per garantirne lo svolgimento corretto. La Regione dovrebbe assumersi le sue responsabilità. Se poi si vuole fare chiarezza su chi possa avere  interessi negli incendi, si seguano i soldi spesi: è facile capire chi guadagna dagli incendi, e non sono certamente i lavoratori, che spesso pagano con la propria vita.   Difenderemo la dignità degli addetti del settore  in ogni sede, anche giudiziaria, da ogni tentativo di diffamare lavoratori  che svolgono onestamente il proprio lavoro”.

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