A.A.A. Cercasi il Pd: Quello del Lingotto, di “We care”, dei pantheon e delle strategie da terza via
E allora il Pd? Bella domanda, dove è il Pd? Quello del Lingotto, di “We care”, dei pantheon e delle strategie da terza via. O forse aveva ragione quel grande intellettuale autentico campione della sinistra che era Emanuele Macaluso, che riteneva che il Pd fosse una fusione a freddo fra classi dirigenti senza né idee né collante politico, oltre il potere.
Dove sta Zazà Zingaretti? Si è perso nel ciclo del glucosio, sta programmando la svolta vegana con Ciampolillo, oppure sta valutando la svolta estetica con il chirurgo plastico della Senatrice Rossi, allo scopo di recuperare appeal?
Oggi, in un rigurgito di coscienza politica, Gori, sindaco di Bergamo, e voce finora inascoltata, ha detto chiaramente che un governo di morchia e raspi non va da nessuna parte e invoca un allargamento vero ai moderati, in ottica Ursula, fino a Forza Italia e, dunque, smettendo la guerra personale con Italia Viva. Su questa falsariga si sono espressi gli amministratori del centro e del Nord come Bonaccini e Nardella. La verità è che il Pd è finito all’interno di asfittiche logiche romane, dove l’eterno consigliori della banda della Magliana di sinistra è l’immenso e straripante, intellettualmente, Goffredo Bettini, mentore di Conte oltre che di Zingaretti. È tutta una visione ombelicale tra le due sponde del Tevere, compresa quella del Vaticano. Una liturgia curiale. Mi sembra una visione immatura, pedofiliale, della politica e della società italiana. Che è diversa e plurale rispetto a questo club da Forza Roma, Forza Lupi.
Per loro i tempi sono buoni ma per noi diventan cupi.