La “Lega Lombardo” in salsa democristiana
La “Lega lombardo”. Non è un errore di battitura. Ma un revival di un accordo di 14 anni fa. Di questi tempi l’elaborazione culturale e politica è onestamente scarsa. Pertanto ritornano, come il reflusso gastroesofageo, i costruttori di pentole.
L’accordo di Lombardo con Salvini è prodromo alla ricetta della nuova legislatura, con buona pace di Musumeci eterno fidanzato d’antan.
Tutti lo volevano e nessuno poi se lo piglia. Voi mi direte che Lombardo non c’era nella foto di circostanza politica.
Non c’era perché era il fotografo. Raffaele da Grammichele è l’inesauribile stregone di alchimie isolane e si sta inventando la prossima coalizione ed il prossimo Presidente. Lui si schermisce che non fa più politica, ritirato come Cincinnato in campagna, e che segue, da buon salesiano, solo il Papa. Bisogna vedere se non segue un Papa nero per come lo conosciamo.
A questo punto il dioscuro Romano dovrà, in un gioco ellittico, contro bilanciare con un gruppo centrista alternativo, mettendo il sempiterno Miccichè nel ruolo congeniale di ago della bilancia. È cominciata la sfida del Trono di spade siciliano e le casate, con tutti i vassalli, si stanno posizionando.
Il lord dello Stretto scalpita, ma ad occidente anche qualcun altro mira al trono. Il mago Merlino Raffaele avrà una soluzione certa. Fare il contrario di quello che dice. Riuscirà oltre le pentole a fare i coperchi?