Emergenza Covid-19. I Giudici Onorari del Tribunale di Palermo sospendono l’attività giurisdizionale per preservare la loro incolumità

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Nella foto, da sinistra: i giudici popolari Vincenza Gagliardotto e Sabrina Argiolas che stanno facendo lo sciopero della fame

“I magistrati onorari del Tribunale e della Procura di Palermo, da sempre a fianco dei magistrati togati per smaltire il gravoso carico processuale, a partire dal 1° dicembre 2020 sospenderanno l’attività giurisdizionale per preservare la loro incolumità”. Lo scrivono, in una nota, due Giudici Onorari,Vincenza Gagliardotto e Sabrina Argiolas, portavoci dell’intera categoria presso il Tribunale di Palermo. “In piena emergenza Covid-19 – aggiungono – l’assenza di garanzie e tutele giuslavoristiche, in cui da oltre vent’anni continuiamo a lavorare, ha palesato drammaticamente tutte le criticità di una Categoria esposta alla scelta indegna – di un paese civile e culla del diritto come l’Italia – tra indigenza e salute”.

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“A seguito del continuo susseguirsi dei contagi tra i loro colleghi magistrati onorari, costretti a fermarsi senza alcuna garanzia previdenziale ed assistenziale, privi di alcun ristoro economico per il sostentamento proprio e dei loro familiari, fermarsi è d’obbligo”!

Inoltre, da domani, i due Giudici Onorari Gagliardotto e Argiolas, inizieranno lo sciopero della fame per manifestare pacificamente tutta la loro esasperazione “davanti ad uno Stato sordo e insensibile verso i suoi più fedeli servitori”. “Anche l’attuale Esecutivo – sottolineano –  persiste nel voler mortificare la categoria dei magistrati onorari di Tribunale, negando loro lo status di lavoratori subordinati, prospettando ancora un miserevole ristoro economico ed imponendo a loro carico tutte le spese contributive”.

“Le condizioni lavorative appaiono calpestare secoli di conquiste contro lo sfruttamento dei lavoratori, sancite dai principi costituzionali, nonché dai principi sovranazionali dei Trattati dell’Unione Europea, come la stessa Corte di Giustizia Europea ha sancito con la sentenza emessa il 16 luglio 2020 – concludono – richiamando l’Italia ed i giudici nazionali all’applicazione”.

 

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