Isola delle Femmine, la ricognizione dei fondali restituisce nuovi reperti

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Nuovi elementi archeologici finora inediti che potrebbero incrementare il patrimonio culturale di un itinerario subacqueo sono stati individuati in questi giorni nel corso di alcune iniziative di ricognizione che si sono svolte nelle acque antistanti Isola delle Femmine. Si tratta, in particolare, di un ceppo di ancora in piombo frammentato, di un’ancora in ferro e di un elemento circolare in ferro pertinente la dotazione di bordo di un’antica imbarcazione.

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I tre reperti sono stati individuati nel corso di alcune iniziative a carattere didattico che hanno impegnato la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana insieme a partner siciliani e nazionali.

In particolare, si sono svolte ricognizioni archeologiche subacquee nelle acque dell’Area Marina Protetta di Isola delle Femmine all’interno del programma di collaborazione tra la SopMare e il CMAS Diving Center Italia, con il patrocinio della Commissione Europea Affari Marittimi European Maritime Day 2020, e il 2° Stage Subacqueo Formativo, realizzato nell’ambito del programma di alternanza scuola/lavoro riservato agli studenti dell’I.S.I.S. Politecnico del Mare di Catania.

Continua l’impegno della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana sul piano della formazione e della collaborazione con i Diving e le scuole. Una collaborazione proficua – dichiara l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – che consolida anche le relazioni scientifiche di scambio con le Università e l’istituto Politecnico del Mare di Catania che ha potuto attingere a un’esperienza formativa di quattro giorni con lezioni teoriche e pratiche tenute da esperti del settore. Un ambito, quello formativo, verso cui il Governo regionale è orientato a incrementare l’impegno della SopMare, considerando quello dell’educazione al patrimonio archeologico e ambientale un obiettivo prioritario dell’amministrazione dei Beni Culturali”.

Le iniziative si sono svolte grazie alla collaborazione attiva della Prof. Giovanna Bucci in rappresentanza dell’Università di Padova e della CMAS Diving Center Italia, della Prof. Elisabetta Giustolisi dell’Istituto Statale Politecnico del Mare Duca degli Abruzzi di Catania, del Diving Saracen Center dei fratelli Tony e Alberto Scontrino, con la quale è stato rinnovato un Protocollo d’Intesa di collaborazione scientifica, e della ASD Jonica Diving School rappresentata da Orazio Motta. Rinnovato anche il Protocollo di Intesa di collaborazione per la didattica con l’I.S.I.S. Politecnico del Mare di Catania. Alle ricognizioni subacquee, coordinate dall’archeologo della Soprintendenza del Mare Fabrizio Sgroi, hanno preso parte Giovanna Bucci con il supporto logistico del Diving Saracen Center che ha all’attivo anche nelle ricognizioni con la SopMare nelle acque delle Eolie.

Un’importante esempio di didattica dedicata agli allievi – dice Valeria Li Vigni, Soprintendente del Mare della Regione Siciliana – che si sono confrontati con il mondo dell’Archeologia subacquea accompagnati dai tecnici del nostro gruppo di esperti e dall’esperienza della professoressa Bucci, che più volte ha lavorato con la SopMare nei fondali di Isola delle Femmine. Importante – sottolinea la Soprintendente – il sostegno tecnico dei Diving che collaborano attivamente con noi alla scoperta dei fondali segnalandoci spesso preziosi reperti e che assumono un ruolo fondamentale  nell’attività quotidianamente portata avanti dalla nostra struttura”.

L’iniziativa si è svolta nell’arco di quattro giorni alternando lezioni teoriche tenute dagli archeologi Giovanna Bucci, Roberto La Rocca e Fabrizio Sgroi a ricognizioni archeologiche in mare destinate a una trentina di corsisti. Ai partecipanti sono stati consegnati gli attestati alla presenza della Soprintendente e dell’Ing. Pietro Selvaggio.

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