38° Anniversario delle uccisioni politico-mafiose di Pio La Torre e Rosario di Salvo
“A trentotto anni dall’uccisione per mano mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo desidero unirmi nel ricordo della loro esemplare testimonianza di impegno civile, ai promotori e ai partecipanti, in collegamento da remoto, alla manifestazione di doveroso ricordo. L’iniziativa odierna, seppure rimodulata a causa dell’emergenza sanitaria, consolida il percorso avviato dal centro Pio La Torre nella diffusione della cultura della legalità, sostenendo, attraverso attività formative rivolte alle nuove generazioni, la maturazione di una coscienza civile, fattore determinante per contrastare il radicamento di ogni forma di condizionamento della criminalità organizzata nel tessuto sociale, economico e politico”. Inizia con queste parole il messaggio di vicinanza inviato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al centro studi Pio La Torre nel 38/mo anniversario dell’uccisione politico – mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo. L’emergenza sanitaria non ha fermato infatti la presentazione del progetto educativo antimafia e antiviolenza che ha coinvolto centinaia di scuole da tutta Italia e, per la prima volta, anche alcuni studenti- detenuti. “Assume particolare interesse l’indagine annuale sulla percezione del fenomeno mafioso – prosegue il messaggio del Capo dello Stato – svolta ogni anno tra gli studenti coinvolti nel progetto educativo antimafia e antiviolenza, i cui risultati, presentati nel corso dell’incontro, costituiranno un’ulteriore opportunità di riflessione e di proficuo confronto, nella consapevolezza del valore del prezioso apporto dei giovani nel comune impegno per l’affermazione della legalità”.
“La 13esima indagine sulla percezione del fenomeno mafioso tra gli studenti ci deve far pensare – ha detto Vito Lo Monaco – presidente del centro studi Pio La Torre – agli amici giornalisti chiedo di riflettere sui dati del report, perché loro sono la chiave della corretta informazione e della lotta alle fake news. Sui rischi della pandemia il nostro report si è espresso, ma una cosa va detta: occorre che lo Stato sottragga tutti dalla stretta del bisogno. Offrire la detenzione domiciliare ai boss che hanno problemi di salute, però, è un messaggio sbagliato”.
Nella videoconferenza trasmessa in streaming e on line sul sito del centro Pio La Torre sono disponibili i videomessaggi di affetto e partecipazione inviati, come quello della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati: “Pio La Torre, Rosario Di Salvo e Piersanti Mattarella sono eroi della normalità che dimostrarono il valore rivoluzionario della scelta di compiere fino in fondo il loro dovere nell’attività politica e istituzionale. Quella loro è stata una politica vissuta come impegno per la promozione e la giustizia sociale. La loro incessante battaglia contro le mafie e le sue infiltrazioni nella società, nell’economia e nelle istituzioni – ha aggiunto la presidente Casellati – traeva forza dalla coscienza del fondamento etico del nostro vivere. In questo risiede il senso più profondo della quotidiana battaglia contro l’illegalità, una battaglia di tutti che nelle scuole può trovare un formidabile alleato, una battaglia che ci deve vedere sempre impegnati contro ogni sopruso e violazione delle regole del vivere civile”.
“La fiducia nello Stato e nelle istituzioni è irrinunciabile. Lo Stato c’è – sottolinea la Presidente del Senato – ed è accanto a voi ragazzi, ai cittadini, alle famiglie, alle forze dell’ordine, alle imprese, a tutti colori che vogliono vivere liberi la quotidianità, per questo voglio sottolineare l’importanza del Centro studi dedicato a Pio La Torre: a lui dobbiamo una legge che fu un autentico spartiacque nella storia della lotta alle mafie. Una legge che ha introdotto nel codice penale le associazioni mafiose colpendole nel metodo intimidatorio e nei patrimoni accumulati in maniera illecita. Per la prima volta è stato possibile portare la mafia a processo”.
“La figura di Pio La Torre va ricordata con le azioni che Parlamento e Governo devono fare per la lotta alle mafie – ha detto il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico – Voglio ricordare a tutti che all’ingresso di Montecitorio c’è una targa in onore di Pio La Torre che qui è stato deputato è che proprio per sue lotte politiche e sindacali e in parlamento è stato brutalmente ucciso dalla mafia. È sua l’idea, poi sviluppata in legge, di aggredire i patrimoni dei mafiosi, ed oggi è una pietra miliare in Italia per la lotta alla mafia. La lotta alla criminalità organizzata e alle mafie è una priorità assoluta, soprattutto in un momento in cui la mafia potrebbe insinuarsi laddove ci sono sacche della popolazione con maggiori disagi in questo momento di difficoltà. Lo Stato deve arrivare prima, deve essere forte proprio in memoria di Pio La Torre, una delle figure più forti e coraggiose della nostra Repubblica”.
Il centro Pio La Torre è stato antesignano della didattica a distanza, con le sue videoconferenze in streaming, come apprezzato dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, nel suo messaggio: “In questo periodo cosi complicato è importante garantire ai nostri studenti un minimo di quella normalità e di vicinanza che tutto il mondo della scuola ha da sempre rappresentato. Come centro studi avete mantenuto vivo il vostro impegno educativo anche in questi giorni. L’utilizzo della piattaforma web e l’alta qualità delle videoconferenze messe a disposizione delle scuole e da quest’anno dei centri di educazione degli adulti nelle case circondariali rappresentano una modalità di lavoro digitale e smart, come richiedono queste settimane particolari, ma anche approfondite ed efficaci. Il vostro progetto educativo antimafia e antiviolenza è un’occasione unica di approfondimento della conoscenza dei fenomeni criminali di stampo mafioso e un validissimo percorso educativo. Le testimonianze e l’impegno costante di realtà che come la vostra lavorano duramente per sensibilizzare le giovani generazioni sui temi della legalità, dell’antimafia e della non violenza sono semi di speranza piantati in terreni non sempre facili da lavorare”.
“Mi dispiace molto non essere a Palermo nel giorno dell’uccisione mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, che non era il suo autista, ma un suo compagno di lotte e scelte di vita – ha detto nel suo videomessaggio il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano – Ovunque ognuno di noi può esprimere il proprio impegno: nella scuola, nelle associazioni e nelle reti di cittadinanza attiva che in Italia, in questo momento molto difficile, stanno dando una grande mano alle istituzioni. Tanti di voi che non avranno fiducia nella politica dovranno ricordare che la politica è stata anche quella di uomini come Pio La Torre, e se è stata quello, può tornare ad esserlo. Lo scrittore Vincenzo Consolo diceva che Pio la Torre è l’orgoglio della Sicilia. Oggi che il problema delle mafie non riguarda solo la Sicilia e il Mezzogiorno, ma tutto il Paese, possiamo dire che Pio La Torre è un grande orgoglio nazionale e da siciliani possiamo dire che i veri nobili della Sicilia, i veri uomini d’onore della Sicilia, sono uomini come Pio La Torre”.
Il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, ha sottolineato l’intuizione di Pio La Torre che ha portato alla nascita dell’articolo 416 bis e allo strumento della confisca dei beni. “Rivolgendomi ai ragazzi – ha detto De Raho – direi loro: guardate a uomini come Pio La Torre, scegliete questi uomini come modello di vita, perché loro sono l’incarnazione di quello che di più bello c’è nella nostra Costituzione la libertà, la dignità, la solidarietà e soprattutto la fermezza e il rigore nel contrasto alle mafie”. Dal generale Giuseppe Governale, direttore della Dia, è poi arrivato il monito verso un passato che non deve più tornare, quando la mafia era detta “onorata società, o considerata solo uno scontro di bande criminali, senza considerare l’impatto che determinava sulla società civile, sostituendosi allo Stato addirittura nel welfare. Mi piace ricordare una frase di Pio La Torre mi ha sempre colpito: “Se sei colto, ti potrai difendere e potrai difendere anche gli altri”.
Apprezzamento per l’indagine è stato espresso anche dal presidente della regione siciliana, Nello Musumeci: “Alcune risposte sorprendono, altre sono scontate, altre lasciano piacevolmente convinti che l’interesse verso questo triste e plurisecolare fenomeno stia crescendo. E questo nonostante nelle scuole ancora non si sia pensato a dedicare un apposito spazio di confronto tra docenti e discenti per parlare della criminalità organizzata in Sicilia”, ha detto il presidente. “Lo Stato c’è, anche se a volte non riesce a dare risposte immediate e tempestive, come ad esempio l’esigenza di cambiare la legge sullo scioglimento dei consigli comunali per condizionamento o infiltrazione mafiosa, nonostante io lo chieda da diversi anni. Ognuno di noi deve sentirsi impegnato in questa trincea della lotta alla mafia che ieri sembrava solo un compito degli uomini in divisa e dei magistrati, e che oggi è il compito che grava su ciascuno di noi, ognuno nel proprio ruolo. L’amministrazione regionale è disposta a continuare a fare la sua parte, come ha fatto in passato, pur con difficoltà finanziarie assolutamente indicibili. Stare dalla parte dello Stato paga e lo Stato riuscirà prima o poi ad estirpare questo cancro che avvilisce e tiene in tensione la parte sana che è la stragrande maggioranza della nostra comunità”.
“Nell’anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, l’amministrazione comunale di Palermo ha partecipato ad una cerimonia sobria, ma doverosa, di commemorazione, rendendo omaggio alla lapide posta sul luogo dell’ omicidio. “Il 30 aprile è un’occasione di ricordo e di memoria di Rosario Di Salvo e di Pio La Torre – ha detto il sindaco Orlando nel suo videomessaggio – Il centro Pio La Torre ci invita, ancora una volta, non soltanto a ricordare freddamente, ma anche a fare memoria. La memoria ti inquieta, ti interroga, ti interpella, ti pone una domanda forte: cosa facciamo oggi per evitare che possano ripetersi terribili tragedie come quelle che ha conosciuto la nostra città? E la memoria ti interpella in maniera esigente, per capire se il cambio culturale cammina di pari passo con il necessario intervento delle autorità giudiziarie e delle forze dell’ordine. La percezione rileva alcuni elementi positivi e tanti elementi inquietanti che confermano che c’è ancora molto da fare e che non ci si può fermare”.
Riscatto, legalità, diritti, giustizia sociale, è quanto chiede in modo compatto il fronte sindacale che tramite ha inviato un proprio videomessaggio: dal segretario generale Cgil, Maurizio Landini alla segretaria generale Cisl Annamaria Furlan, fino ai segretari regionali Alfio Mannino (Cgil), Claudio Barone (Uil), Leonardo La Piana (Cisl Palermo).
A inviare un messaggio di vicinanza e partecipazione sono stati anche: Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare antimafia, Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Claudio Fava, presidente della commissione antimafia dell’Ars, Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, il professore Nando Dalla Chiesa, don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Maria Falcone, Umberto Santino, Giovanni Chinnici, della fondazione Rocco Chinnici, Gianfranco Amenta, della fondazione Gaetano Costa, Vittorio Teresi, presidente del centro studi Paolo e Rita Borsellino, Pierpaolo Romani, presidente di Avviso pubblico, Pippo Di Vita, presidente del Celm,Nino Tranchina, presidente Acli Palermo, e poi i familiari delle vittime come Filippo e Franco La Torre e Tiziana Di Salvo, figlia di Rosario.