Inchiesta rinnovabili, la Regione sospende le concessioni

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La Regione Siciliana cala la scure sui progetti coinvolti nell’inchiesta sulle energie rinnovabili. Il dirigente generale del dipartimento dell’Energia Salvatore D’Urso, d’intesa con il governatore Nello Musumeci, ha disposto la sospensione immediata e l’avvio del procedimento di revoca delle autorizzazioni ad alcune delle società finite al centro dell’indagine emersa nei giorni scorsi. I provvedimenti prendono spunto dall’articolo 3 del Patto di integrità (il cosiddetto Codice Vigna), sottoscritto tra le società interessate e la Regione e “congelano” le autorizzazioni a suo tempo rilasciate per la produzione e il trasferimento di energia elettrica prodotta da fotovoltaico o eolico.
In particolare, si tratta delle società: “Sunpower”, per un impianto (in realtà non ancora realizzato) da 55 megawatt nel territorio di Carlentini e Melilli, in provincia di Siracusa; Etnea per dieci collegamenti alla Rete elettrica nazionale per altrettanti impianti di mini-eolico a Calatafimi-Segesta nel Trapanese.
Sono stati inoltre sospesi i procedimenti in corso per autorizzare due impianti per la produzione di biometano richiesti dalla società “Solgesta”. In quest’ultimo caso, è stata rilevata anche l’enorme sproporzione fra l’investimento previsto (oltre 80 milioni di euro) e il capitale sociale versato (2.500 euro), nonché il mancato nulla-osta da parte della Società d’ambito dei rifiuti.
Sempre d’intesa con il presidente della Regione, il dirigente generale del Dipartimento tecnico regionale Salvatore Lizzio ha assunto le funzioni di capo del Genio civile di Palermo, a seguito dell’autosospensione dell’ingegnere Alberto Tinnirello, chiamato in causa nell’inchiesta sulle energie rinnovabili.
Intanto a partire dal 23 aprile, il dipartimento regionale dell’Energia ha vietato l’accesso fisico dell’utenza al Servizio 3 “Autorizzazioni e Concessioni”. L’utenza, per informazioni, dovrà inoltrare le richieste ai seguenti indirizzi di posta elettronica: [email protected]; [email protected].
«Le barriere contro il rischio di infiltrazioni di affaristi e speculatori hanno funzionato – dice l’assessore Alberto Pierobon – le misure inserite nel Piano rifiuti, che danno priorità agli impianti pubblici e contrastano ogni forma di speculazione, innalzeranno ulteriormente il livello di sicurezza».

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