Pescatori tunisini arrestati, domani sit-in nel giorno dell’udienza al Tribunale del Riesame di Palermo. Cgil: “Si faccia chiarezza. E sia garantita l’equa difesa a tutti i membri dell’equipaggio”

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La Cgil Palermo e l’ufficio migranti della Cgil Palermo intervengono  sul caso dei sei pescatori tunisini arrestati a fine agosto per aver soccorso a Lampedusa  un’imbarcazione con a bordo 14 migranti e detenuti nella casa circondariale di Agrigento.  Domani si terrà a Palermo l’udienza davanti al Tribunale del Riesame. La Cgil aderisce  al sit-in davanti al Palazzo di Giustizia, in piazza Vittorio Emanuele Orlando,  organizzato dal Forum antirazzista di Palermo dalle 10 alle 12, per chiedere la scarcerazione dei pescatori.
“L’auspicio è che a Palermo, città dell’accoglienza, venga fatta chiarezza. Chiediamo alla magistratura di fugare ogni dubbio sull’accaduto, nella salvaguardia e nel rispetto del principio e del dovere di soccorrere in mare, come previsto dal codice marittimo internazionale – dichiarano Calogero Guzzetta, della segreteria della Camera del Lavoro e Bijou Nzirirane, responsabile ufficio migranti Cgil Palermo – Palermo è vicina a questi lavoratori. Come sindacato chiediamo che sia garantito il diritto a una equa difesa per tutto l’equipaggio e che siano prese in considerazione le testimonianze  dell’associazione   dei pescatori di Zarzis, di cui è componente uno degli arrestati, Chamseddine Bourassine. E’ un’associazione che ha una storia, è nota per il suo attivismo,  spesso è stata in prima linea nell’aiuto ai migranti del Nord Africa e  sappiamo che ha ricevuto una formazione da Medici senza frontiera per il salvataggio delle  persone in mare. Anche la società civile di Tunisi ha manifestato per chiedere la liberazione dei sei pescatori. Speriamo che venga fatta chiarezza e che non si permetta che queste cose accadano più”.
Nei giorni scorsi un appello alla magistratura è stato rivolto dalle segreterie nazionali di Cgil Cisl e Uil. Si chiede che, rispetto al  procedimento giudiziario avviato nei confronti dei pescatori tunisini arrestati la notte tra il 29 ed il 30 agosto scorso, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione illegale, “la magistratura faccia chiarezza relativamente agli avvenimenti, nella salvaguardia e rispetto del principio e del dovere di soccorrere in mare, come previsto dall’Articolo 388 del codice marittimo internazionale”. In particolare, Cgil, Cisl e Uil chiedono che sia garantito il diritto di difesa equa per tutto l’equipaggio tunisino e che possano essere prese in considerazione le testimonianze presentate dall’associazione dei pescatori di Zarzis (Tunisia), più volte protagonista di salvataggi in mare.

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