Le donne e i bambini di “Laboratorio Zen insieme” a Palazzo Reale

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L’arte per tutti, come scriveva Eugenio Montale nel 1957 in un noto saggio, per descrivere le trasformazioni del ruolo dell’arte nella società italiana ed europea.

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La cultura come bene prezioso, di prima necessità è la considerazione del Direttore Generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso ed è, infatti, per questa ragione che ha accolto con grande coinvolgimento la proposta di collaborazione avanzata dall’associazione “Laboratorio Zen insieme “ una realtà che opera nel noto quartiere a rischio di Palermo nel contrasto alle povertà con il contributo esterno di Save the Children.

E all’interno dell’appuntamento promosso daSave the Children “Illuminiamo il futuro” l’associazione Laboratorio Zen grazie all’accoglienza della Fondazione Federico II porteranno in visita a Palazzo dei Normanni un gruppo di 20 mamme e un altro di 55 fra bambini, ragazzi e operatori per un’intera giornata giovedì 17 maggio.

L’Associazione palermitana, di cui è Presidente Mariangela Di Gangi, insieme alla Onlus internazionale porta avanti Punto Luce, un programma di contrasto alla povertà educativa, rivolto ai minori dai 6 ai 16 anni e lo Spazio Mamme, un altro programma di contrasto alla povertà materiale, rivolto ai minori da 0 a 6 anni e alle loro mamme.

Nel dettaglio la giornata di giovedì mattina sarà dedicata al gruppo delle madri e nel pomeriggio ai bambini. I piccoli visitatori e le loro madri avranno l’opportunità di ammirare i mosaici della Cappella Palatina, le Sale del percorso monumentale degli Appartamenti Reali e per finire anche i Giardini Reali. “Non ho nulla contro le domeniche gratis al museo, anzi ritengo che l’apertura libera dei siti monumentali alla cittadinanza rappresenti, sempre e comunque, un valore aggiunto. Penso, però, – spiega Patrizia Monterosso – anche che proporre gratuità in modo indiscriminato per tutti possa correre il rischio di assumere più i contorni di un’iniziativa spot e non quelli di una vera misura a favore della cultura. Penso, invece, ad iniziative che, da un lato, favoriscano la frequentazione abituale, è dall’altro vadano incontro alle esigenze di quell’esigua minoranza costituita dai potenziali visitatori che non si recano nei musei perché non possono consentirsi di pagare il biglietto di ingresso. Credo sia doveroso ripensare ai modi di accesso e fruizione – conclude il Direttore Generale della Fondazione Federico II – dei siti monumentali in modo più inclusivo e meno demagogico e prevedere misure che incoraggino la partecipazione. Perché l’obiettivo di chi dirige un museo o un qualsiasi sito monumentale non debba essere semplicemente far numero ma stimolare una fattiva e attiva partecipazione da parte di tutta la cittadinanza”.

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