Sicilia, Rapporto pesca e acquacoltura 2017: luci e speranza di ripresa attraverso la “strategia blu”. La “Blue Economic Zone” nel Mediterraneo

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La decrescita della flotta peschereccia siciliana si è finalmente arrestata, si è ricomincia pure a costruire qualche nuova imbarcazione, in particolare per la pesca artigianale. Per la pesca d’altura invece vi è la necessità di piani di gestione condivisa delle risorse insieme ai Paesi della sponda sud del Mediterraneo attraverso la “strategia blu”, di promuovere l’innovazione tecnologica del comparto e mirate attività per la valorizzazione del prodotto ittico siciliano.

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Sono queste, in sintesi, le novità emerse nel corso della riunione dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo, braccio scientifico del Distretto della Pesca e Crescita Blu, che si è tenuta a Palermo, presso la sede del Parlamento Siciliano, per la presentazione del “Rapporto sulla Pesca e sull’Acquacoltura in Sicilia – 2017”. Alla redazione del Rapporto, previsto dalla Legge Regionale n° 16 del 2008, hanno collaborato i ricercatori, i giuristi e gli economisti componenti dello stesso Osservatorio guidato dall’Ing. Giuseppe Pernice. Il Rapporto fornisce una “fotografia” degli aspetti tecnico–biologici, ambientali e socio-economici della filiera della pesca siciliana e mediterranea. 

A portare i saluti dell’Assemblea Regionale Siciliana è stato il suo Vicepresidente, l’On. Giancarlo Cancelleri: “attraverso il loro lavoro il Distretto e l’Osservatorio, entrambi riconosciuti ex lege dalla Regione forniscono elementi per lo sviluppo non solo della pesca  ma anche per una crescita sociale e culturale della Sicilia che dovrebbe avere un ruolo strategico, anche per la posizione, nel Mediterraneo”.  

Il coordinatore dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo, l’Ing. Giuseppe Pernice, ha introdotto i lavori riassumendo il primo capitolo da lui stesso curato, un excursus della pesca siciliana negli anni dal 2015 al 2017 nel quale sono state evidenziate ombre ma anche luci e prospettive. “Il dato più significativo –ha sottolineato Pernice- è la stabilizzazione del flusso di decrescita del numero di pescherecci della flotta siciliana (10 anni fa in Sicilia vi erano circa 4.000 battelli da pesca), oggi siamo intorno a 2700 motopescherecci dopo una decrescita fortissima nel periodo fra il 2010 e 2013. Da questo dato può iniziare la ripresa”. Nel Rapporto, attraverso un capitolo curato dal dott. Sergio Vitale (IAMC-CNR), si evidenzia la crescita della pesca artigianale, grazie anche ai bandi regionali, la cui flotta costituisce il 70% dell’intera siciliana. Anche l’acquacoltura, al quale dedicato un capitolo curato dal dott. Simone Mirto (IAMC-CNR), registra una ripresa con la realizzazione di nuovi impianti.

Sulle priorità del FEAMP in Sicilia e la sua attuazione a metà “giro” è intervenuto il prof. Gioacchino Fazio del Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche-UNIPA). 

Il dr. Fabio Fiorentino (IAMC-CNR) ha parlato dei piani di gestione della pesca demersale: “strumenti indispensabili per una gestione sostenibile degli stock ittici e per la cooperazione internazionale”.

IL prof. Franco Andaloro (ISPRA, associato Stazione Zoologica di Napoli) ha focalizzato il suo intervento sulla annosa questione delle specie ittiche aliene nel Mediterraneo.  

Il Presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Giovanni Tumbiolo, ha presentato la proposta della “Blue Economic Zone” nel Mediterraneo, una rete di cluster produttivi che insieme operano sinergicamente. “La blue economy e le buone pratiche dell’economia circolare e della bio-economy –ha detto Tumbiolo- sono il software, il modello economico del cluster rappresenta invece l’“hardware” adatto per sviluppare progetti condivisi e per gestire responsabilmente le risorse in comune fra i Paesi del Mediterraneo”.

Il Direttore del Dipartimento della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana, dott. Dario Cartabellotta, ha plaudito al lavoro svolto dall’Osservatorio con il Rapporto sulla Pesca e Acquacoltura, un utile strumento per la programmazione delle “politiche del mare” in Sicilia coerentemente agli interventi intrapresi dallo stesso Dipartimento attraverso i bandi relativi al settore della pesca, alla valorizzazione del pescato e nell’ambito del “Turismo Azzurro”.

La riunione dell’Osservatorio ha visto la partecipazione di Autorità civili, militari, sindacati, rappresentati del mondo della ricerca e dell’impresa. Presente anche l’Amb. S.E. Enrico Granara, Ministro Plenipotenziario, Coordinatore delle attività Euro-Med che ha ribadito l’attenzione dell’UPM (Unione per il Mediterraneo) per il modello di sviluppo basato sui principi della blue economy proposto dal Distretto pesca siciliano e promosso anche attraverso la manifestazione internazionale Blue Sea Land.

A concludere i lavori è stato l’On. Edy Bandiera, Assessore all’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea della Regione Siciliana. “E’ stata un’occasione importante, di approfondimento. Ereditiamo scelte dell’U.E. ma oggi abbiamo dei dati confortanti che ci fanno sperare, a partire dall’arresto della pratica delle demolizioni Il Governo regionale ha la possibilità di intervenire con politiche di sviluppo e la ‘regionalizzazione’ del settore attraverso strumenti  normativi. Bisogna intervenire a tutti i livelli, anche sul piano della cooperazione transfrontaliera; i pescatori siciliani –ha avvertito l’Assessore Bandiera- non chiedono contributi o privilegi ma soltanto di potere avere le stesse condizioni dei pescatori di altre marinerie; servono regole uniche per la pesca nel Mar Mediterraneo”   

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