FAVA (#CentoPassi): “Su calendario scolastico l’assessore ascolti operatori della scuola. Attività extra aula parte fondamentale del processo educativo”. Lagalla: “Non manca opportuna flessibilità nella sua modulazione”

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Roberto Lagalla

“Eliminare, di fatto, le attività extra aula significa ridurre l’istruzione a mero atto trasmissivo e burocratico. Esattamente il contrario di quando servirebbe in una regione che accumula record negativi nel settore della scuola e dell’istruzione. Il calendario scolastico varato dal governo regionale finirà per colpire gli studenti con maggiori disagi socio-economici a cui sarà tolta la possibilità di arricchire il proprio bagaglio culturale attraverso attività fuori dall’aula”. Così il deputato regionale di #CentoPassi Claudio Fava. “Ci stupisce la mancanza di dialogo tra assessorato e operatori scolastici- prosegue Fava che ha già preannunciato un’interrogazione sulla vicenda- e ci preoccupa questa visione del ruolo della scuola e degli insegnanti trattati ancora una volta come privilegiati cui togliere vacanze e non come professionisti che meritano rispetto e riconoscimento sociale e istituzionale”.

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A stretto giro di posta è arrivata la risposta dell’assessore Roberto Lagalla che replica anche alle osservazioni critiche avanzate da alcuni esponenti del mondo della scuola ancor prima della emanazione del relativo decreto, di prossima pubblicazione.

Premesso che l’allargamento delle conoscenze attraverso le azioni formative extra scolastiche costituisce un fondamentale ed integrante elemento delle attività didattiche – sottolinea Lagalla –  e su questo è facile registrare e raccogliere unanime consenso – resta il problema di garantire la coerenza di queste con il complessivo progetto educativo degli studenti e di bilanciare, anche in termini temporali, il loro impatto sull’apprendimento dei programmi ordinamentali e sullo spazio che ad ogni allievo deve essere garantito per comprendere e maturare metodo e contenuti degli insegnamenti disciplinari, avendo particolare riguardo ai soggetti più svantaggiati”. “Forse e al di là di opportunistiche prese di posizione di certe parti politiche – continua – sarebbe il caso di riflettere più approfonditamente e criticamente sulle complesse ragioni per le quali la Sicilia presenta un documentato ritardo di apprendimento scolastico, come rilevato dai test nazionali di valutazione delle competenze”. “Ritengo che, anche in questa circostanza come in tante altre – conclude Lagalla – criticare ancor prima che il decreto sia stato reso noto costituisce un atto almeno incauto: non manca  infatti nel provvedimento il riconoscimento della prevista ed opportuna flessibilità di modulazione del calendario nell’ambito dell’autonomia scolastica, ne, presso l’Assessorato, fa difetto la disponibilità a proseguire nel confronto già avviato con il mondo della scuola, a condizione che il dialogo sia pacato, documentato e rispettoso di tutte le posizioni, senza riserve pregiudiziali”.

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