Slc Cgil, “Geografia Culturale: il complesso dei segni e dei luoghi. La cultura a Palermo come generatore di strutturalità”
Mettere insieme i mondi della cultura a Palermo e fare crescere il colloquio tra la “base” e i sovrintendenti e direttori di fondazioni teatrali, liriche, sinfoniche, jazzistiche e artistiche. E ancora: lasciare un segno nell’anno di “Palermo Capitale Italiana della Cultura” creando un progetto multidisciplinare e generatore di “strutturalità” che coinvolga tutti i luoghi della cultura a Palermo assieme a Regione e Comune.
Sono gli obiettivi cui punta l’Slc Cgil Palermo, con l’iniziativa “Geografia Culturale: il complesso dei segni e dei luoghi. La cultura a Palermo come generatore di strutturalità”. L’appuntamento è per lunedì 26 febbraio alle ore 10 al Real Teatro Santa Cecilia di Palermo. Per l’occasione, che mette a confronto istituzioni, esponenti della cultura e artisti della città, saranno presenti due icone nazionali della danza e della regia teatrale: Carla Fracci e Beppe Menegatti.
Dopo l’introduzione di Maurizio Rosso, segretario generale della Slc Cgil, sui divani al centro del palcoscenico del Santa Cecilia si aprirà un dibattito con gli interventi del sindaco Leoluca Orlando, del segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo, dell’assessore comunale alle Attività culturali Andrea Cusumano, dell’assessora alle Politiche sociale, scuola e lavoro Giovanna Marano, dell’assessore regionale Turismo, Sport e spettacolo Sandro Pappalardo. Conclude i lavori Emanuela Bizi, segretario nazionale Slc Cgil Produzione culturale.
Al confronto, moderato dal giornalista di “Repubblica Palermo” Alberto Bonanno, parteciperanno diversi artisti palermitani e i sovrintendenti delle quattro fondazioni palermitane Biondo, Massimo, Foss e Brass Group. Nel corso del dibattito, ci saranno interventi musicali dell’ensemble Cordes et Venti di Roberta Faja, del trombettista dodicenne Gaetano Castiglia e del gruppo di Vito Giordano. Sarà proiettata, inoltre, una retrospettiva multidisciplinare di Alfredo D’Amato, fotografo palermitano che ha avuto diversi riconoscimenti all’estero: ha vinto il prestigioso Observer Hodge Photographic Award, è stato insignito del One Media First Prize Award per il fotogiornalismo e ha vinto il terzo premio per la competizione internazionale Unicef.
“Questo sarà un anno importante per Palermo. E Palermo deve lasciare un segno, come è stato nel 1891 con l’Esposizione Nazionale, evento che ha dato una forte impronta alla città proiettandola a livello internazionale in termini di sviluppo culturale, economico e civile – dice il segretario generale Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso – Questa città, sulla base delle istituzioni culturali di livello che possiede e dei tanti fermenti culturali che esistono, ma che continuano a essere sottostimati e poco valorizzati, ha bisogno di un grande investimento da parte delle istituzioni, per la crescita della qualità e della dimensione della sua produzione culturale e artistica. La cultura, insomma, attraverso i segni e i luoghi, come generatore di strutturalità, per proiettarci verso una dimensione europea, moderna e tecnologizzata, che porti le avanguardie di New York e Londra anche a Palermo”.
La Slc chiede di coniugare i processi culturali classici, passando anche attraverso l’incremento di botteghe artistiche, accademie e laboratori, con quelli multiculturali e tecnologici. “In questo quadro ci interessa – aggiunge Rosso – che si riparli del ruolo della sede regionale della Rai come centro di produzione, ridimensionato dopo Agrodolce. A Napoli la fiction ‘Un posto al Sole’ ancora continua e dal 1996 ha segnato la rinascita del Centro di produzione della Rai, consolidando l’occupazione dei mestieri del settore, come scenografi, costumisti, truccatori, parrucchieri etc.”.
Un altro tema al centro della discussione riguarderà gli artisti. “Gigi Burruano: c’era bisogno di aspettare la sua morte per riconoscere che è stato un artista straordinario ma sottovalutato? – chiede Rosso – Questa città è piena di artisti, attori, danzatori musicisti, registi che non trovano mai residenza. L’unica è Emma Dante ma è un caso isolato. Partendo dal suo esempio, è possibile che anche altri trovino spazio per poter dare il loro contributo civile? A confronto promosso dalla Slc si parlerà di inclusione culturale ma anche di contaminazione con le altre culture, come l’araba ad esempio, che da noi è predominante. Ma non solo. In questo senso, proporremo, per farla conoscere anche qui, la retrospettiva del palermitano D’Amato, che ha lavorato a lungo a un progetto editoriale di lingua portoghese in Africa e Brasile e ha concentrato la sua ricerca sulle interrelazioni fra cultura africana e influenze occidentali”.