Pd: “No a candidature dinastiche”. Rivolta nel Nisseno su candidatura della figlia dell’ex ministro Cardinale
Non c’è pace all’interno del Partito democratico siciliano. Dopo le aspre polemiche scoppiate all’indomani della scontata elezione di Gianfranco Miccichè alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana che ha visto il Pd spaccarsi, oggi in vista delle prossime Politiche, si è aperto un altro fronte. Infatti, è giunto al limite di rottura, fino alla minaccia di occupare la segreteria nazionale, il braccio di ferro tra il Pd nisseno e i vertici dello stesso partito sulla controversa definizione delle candidature locali alle elezioni politiche del 4 marzo. Nel mirino della contestazione resta la terza candidatura alla Camera di Daniela Cardinale, figlia dell’ex ministro Salvatore, fondatore e leader del movimento “Sicilia futura” schierato col centrosinistra. Dopo il “No a candidature dinastiche” opposto alle scelte di Renzi dalle segreterie provinciali di Pd e Giovani democratici e dopo la lettera-appello all’apertura di un confronto inviata allo stesso leader dai segretari dei circoli dei 21 comuni della provincia, scende in campo la direzione dell’unione comunale del capoluogo. “Il gruppo dirigente di Caltanissetta – si legge nella lettera – intende avere la possibilità di scegliere ed indicare, unitamente alle altre comunità della provincia, i propri candidati tanto al proporzionale quanto al maggioritario e non subire supinamente indicazioni che sono frutto di accordi estranei alle logiche territoriali ed allo stesso gruppo dirigente”. C’è il rischio di chiudere i circoli e rinunciare persino a sostenere la campagna elettorale: “Non ci sentiamo di sostenere una campagna elettorale per candidature che non siano in sintonia con la nostra gente”, dicono i componenti della direzione dell’unione comunale di Caltanissetta. “Vogliamo vincere le elezioni – scrivono – ma se i nostri appelli rimarranno inascoltati, saremo costretti a manifestare il nostro dissenso a Roma, presso la direzione nazionale. E se ciò non bastasse ci sara’ una logica conclusione: il nostro disimpegno”.
Secondo alcune indiscrezioni, all’interno del Pd sono in molti ad non avere gradito l’appoggio del leader di Sicilia futura (tramite i due deputati regionali) a Miccichè per la sua elezione alla presidenza dell’Ars. Oggi qualche esponente di spicco del Pd mettendosi di traverso vorrebbe fare saltare la candidatura della figlia Daniela, forse ritenendo il padre, Salvatore Cardinale, politicamente poco affidabile per il partito.