Elezioni, Ferrandelli: Il mio modello di sviluppo per una città europea, efficiente, sicura e sostenibile

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PALERMO 27.05.2017 - COMIZIO FERRANDELLI PIAZZA CASTELNUOVO.. © FRANCO LANNINO / STUDIO CAMERA

In vista delle prossime elezioni comunali di domenica 11 giugno a Palermo, conosciamo le proposte e i progetti del candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli sostenuto da sette liste: “I Coraggiosi”, “Palermo prima di tutto”, “Per Palermo con Fabrizio”, “Al Centro”, “Forza Italia”, “Cantiere popolare” e “Udc”.

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Qual è il suo modello di sviluppo per la Palermo che verrà? 

“Una città europea, efficiente, sicura e sostenibile che può proporsi di attirare una massa significativa di investitori privati per la valorizzazione delle sue immense risorse ambientali, culturali, agricole e turistiche. La notevole disponibilità di capitali sia a livello locale che internazionale rende concretamente realizzabile questo il nostro progetto, che porterebbe ad una collocazione della città nel mondo globalizzato”.

Quali sono le sue idee per una Palermo sostenibile, dal turismo alla gestione dei rifiuti… 

“Una città sostenibile è una città che si regge sulle sue gambe che non consuma risorse ai danni delle generazioni future ma instaura un circuito virtuoso dove i cittadini sono i principali attori. Gli asset sui cui si basa la proposta “Palermo una città sostenibile” sono i rifiuti ed il turismo. Per questo lavoreremo insieme a Leilani Latimer, Global Marketing di Zephyr Health, un’azienda di Big Data e software, e che ha guidato precedentemente un’azienda leader mondiale di soluzioni tecnologiche per l’industria del turismo. Palermo inoltre deve cambiare radicalmente il modo di gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, che da problema devono diventare una risorsa per abbattere i costi della bolletta, ridurre l’impatto ambientale, migliorare la qualità della vita, utilizzare al meglio i lavoratori Amia e Gesip, creare occupazione e benessere. Con la mia amministrazione la Tarsu sarà pagata in base al coefficiente familiare: quindi non più in base ai metri quadri, ma al numero di componenti della famiglia”.

Nel corso di questa campagna elettorale si è parlato molto di periferie… forse anche perché potrebbero decidere il futuro sindaco di Palermo? 

“Se in questa campagna elettorale si è parlato molto di periferie vuol dire che fino a questo momento non si è fatto abbastanza. E’ necessario riqualificare tutti i quartieri abbandonati e dimenticati da questa amministrazione. Per questo motivo ho deciso di affidare a Rosi Pennino anche la delega alla “Periferie e quartieri” perché non deve più esistere una Palermo dimenticata. Restituire dignità ai quartieri e ai cittadini è una nostra priorità. Insieme ai palermitani costruiremo, a partire dal 12 giugno, una nuova città, a partire dalle periferie, dove intendiamo creare progetti, come l’incubatore di imprese a Brancaccio o la riqualificazione della costa sud, che creino nuove opportunità di lavoro e rilancio”.

Lei ha anche incontrato i piccoli alunni del Collegio di Maria del Capo, scuola paritaria sita nel cuore del centro storico di Palermo… 

“Sì, perché vogliamo costruire la Palermo del futuro e possiamo farlo solo ascoltando le richieste sincere dei bambini che per fortuna parlano senza filtri. Abbiamo scelto questa scuola proprio perché è una delle scuole cittadine aperta a tutti, che accoglie le diversità multietniche presenti nel territorio, integrandole. Abbiamo chiesto loro cosa vogliano che faccia il futuro sindaco di Palermo e con loro abbiamo scritto un programma di dieci punti che abbiamo sottoscritto”.

 Lei ha detto che “Palermo sarà il più grande acceleratore d’impresa del Mediterraneo”. Con quali strumenti?

“Grazie al piano industria 4.0 l’Italia inizia a rappresentare una grande opportunità per chi vuole fare start-up o investire in esse. L’ecosistema delle start-up è fortunatamente in costante crescita ed è ormai diventato interessante anche per gli investitori stranieri. Riconvertendo spazi inutilizzati o sottoutilizzati, immobili pubblici e “para-pubblici” potremmo realizzare a Palermo il più grande acceleratore del Mediterraneo capace di attrarre startup innovative, a vocazione creativa, sociale, culturale e di sviluppo locale e favorire l’interazione con il tessuto produttivo esistente nella convinzione che investire sull’innovazione equivalga ad investire sul territorio”.

Qual è la sua posizione per quanto riguarda la pianificazione e la programmazione dei fondi europei? 

“Siamo convinti che il futuro di questa città passi dalla creazione di condizioni favorevoli per attrarre investimenti affinché ci sia opportunità di sviluppo economico e lotta alla povertà. In una città affamata di lavoro come Palermo è inaccettabile che in questi ultimi anni non siano state utilizzate delle somme importanti come quelle dei finanziamenti europei che possono dare risposte reali al territorio. Per questo ho chiesto a Giuseppe Labita (assessore designato alla Programmazione europea) di entrare in squadra perché sono convinto che sia la persona giusta per svolgere il ruolo di facilitatore per le cooperative, le associazioni, le imprese, i semplici cittadini, dando senso alla nostra azione amministrativa, attraverso una azione di progettazione e programmazione condivisa con il territorio”.

Lei ha sottolineato: “Da sindaco porterò investitori su Palermo. Alle parole io rispondo con i fatti”. In che modo? 

“Nel ponte della festa dei lavoratori ho invitato il Presidente di ZTE Western Europe per mettere a punto alcune opportunità di sviluppo per la città. Il mio obiettivo da sindaco è quello di creare migliaia di posti di lavoro, valorizzando ambiente, storia e territorio e accompagnare Palermo nella modernità, tutto con investimenti privati. Questi sono fatti e non solo parole”.

 Secondo lei “bisogna ridisegnare l’immagine della città anche attraverso la creazione di orti urbani in ogni quartiere”. Come potrebbe essere pianificata questa operazione?

“Il futuro sostenibile è il nostro obiettivo. In nome dell’aggregazione sociale vogliamo recuperare zone cittadine inutilizzate o degradate per creare nuovi orti urbani da affidare ad associazioni o a singoli cittadini. Più verde in ogni significa sottrarre al degrado determinate aree abbandonate per restituirle alla cittadinanza. Gli orti urbani rispondono infatti a più esigenze: da un lato si consegnano ai cittadini aree altrimenti inutilizzate, contribuendo a creare nuovi spazi verdi fruibili all’interno di ogni quartiere; dall’altro si incentiva lo scambio di interazione tra i cittadini. Sono anche strumenti didattici e di conoscenza per i bambini che, attraverso la coltivazione, possono imparare la stagionalità dei prodotti, i metodi di coltivazione sostenibili e diventare così i futuri promotori di circuiti virtuosi di economia solidale. Buone pratiche, verde sostenibile e aggregazione sociale sono tre fattori che contribuiscono a una migliore qualità della vita per tutti”.

Il tema del traffico è la nota dolente del tessuto socioeconomico della città. Come pensa di affrontarlo?

“La mobilità è, infatti, uno dei temi più importanti del mio programma. A partire dal tram, che non porterò né a Mondello né in via Libertà e che sostituiremo con l’acquisto di 200i bus elettrici, i BRT, il Bus Rapid Transit, ecologici e più economici; la Ztl che sospenderò a favore di un progetto condiviso con cittadini e commercianti. E, per la prima volta per la storia di Palermo, avvierò uno studio dei flussi effettivi di mobilità urbana per capire quali sono le esigenze reali dei cittadini. Punteremo ad una scientifica programmazione delle “coincidenze” tra bus, tram, treni ed ogni altro mezzo, con l’integrazione tariffaria tra gli stessi. Viaggiare sui mezzi pubblici, a Palermo, non dovrà più essere così tanto difficile e incerto. E, ancora, creeremo i nodi di interscambio, ovvero luoghi in cui si concentrano fermate di servizi pubblici, parcheggi e servizi commerciali”.

Il tema della legalità è stato molto presente in questa campagna elettorale… 

“Non è solo stato presente nella mia campagna elettorale ma è una costante della mia vita e della mia storia politica. Dalle mie dimissioni dall’Assemblea regionale siciliana in dissenso con il mio ex partito, il Pd, e con il governo Crocetta alle mie denunce sull’andazzo della Gesap, quando ancora nessuno aveva il coraggio di parlarne, le mie decisioni sono state e sono tutte indirizzate alla trasparenza e al rispetto delle regole. Altro è invece l’antimafia di facciata che si è esibita in questa campagna elettorale, di parolai che devono il proprio ruolo solo all’abilità di gettare fango sugli avversari. Un giochino a cui i palermitani ormai non credono più”.

Sinceramente, cosa non è piaciuto di questa campagna elettorale?

“Mi è piaciuto tutto, mi sono piaciute le persone che si sono avvicinate a noi, il motto “Non mi importa da dove vieni ma solo dove vuoi andare” è stato davvero l’anima della campagna elettorale. Dal mio staff ai miei sostenitori ciò che ci unisce è la grande voglia di cambiare la città e di fare in modo che nessun giovane nato qui debba lasciare Palermo per realizzare il proprio futuro e i suoi sogni”.

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