La figura di Danilo Dolci, il “Gandhi di Sicilia” è al centro dell’evento proposto dall’associazione Generattivi, giovedì 20 novembre

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Alla sua scomparsa, avvenuta nel1997, l’opera di Danilo Dolci viene portata avanti dai figli.

danilo dolci foto

La figura di Danilo Dolci, il “Gandhi di Sicilia” è al centro dell’evento proposto dall’associazione Generattivi, giovedì 20 novembre, alle 16:30, presso il Centro Studi Laboratorio d’Arte di Alfredo Lo Piero, in via Caronda 316/318, a Catania A raccontarlo sarà il figlio Amico Dolci. Introduce l’incontro il presidente dell’associazione Generattivi, cantieri di cultura e informazione, Daniele Lo Porto, modera il giornalista Nello Pappalardo, con le letture di testi a cura di Federica Miano.

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Nato nel 1924 in provincia di Trieste, a Sesana, località oggi passata alla Slovenia, Danilo Dolci, sociologo e fine intellettuale, nel 1952 scelse di trasferirsi a Trappeto, in provincia di Palermo per portare avanti il proprio progetto pedagogico e rivolto alle fasce più deboli della società, fondando un centro sociale inteso alla formazione partecipativa e non-violenta delle coscienze. I suoi successi lo fecero diventare una delle figure più importanti nell’Italia del secondo dopoguerra. Ha lasciato un’enorme quantità di saggi e di opere di poesia, mentre su di lui sono usciti numerosissime pubblicazioni. Le sue teorie pedagogiche e socio-politiche hanno una grande attualità.
Alla sua scomparsa, avvenuta nel1997, l’opera di Danilo Dolci viene portata avanti dai figli. Amico, nato a Partinico, è stato docente di Flauto Dolce e Musica d’Insieme per Strumenti Antichi al Conservatorio di Palermo, attualmente passato alla cattedra di Materie Teoriche, ha fondato diverse scuole di musica sia a Catania che a Palermo ed ha un’intensa attività concertistica e discografica in Italia e all’estero.

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