Fiasconaro, il 14 ottobre, apre il suo primo pop up store a Manhattan alla presenza dell’astronauta Luca Parmitano

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Il pop up store con marchio siciliano avrà, per il momento, una temporaneità per una apertura programmata sino 15 gennaio 2026. Il mercato a stelle e strisce per l’azienda siciliana rappresenta il 13% del fatturato dai paesi esteri

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Nicola Fiasconaro e Mariagrazia Cucinotta

Non sapremo mai se Mario Fiasconaro quando aprì, nel 1953, la sua gelateria nella centralissima piazza di Castelbuono, in provincia di Palermo, potesse mai immaginare, anche per un solo momento, che il suo nome sarebbe apparso nel cuore di New York.

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Eppure a poco più di mezzo secolo, l’azienda fondata da lui e oggi portata avanti dai figli Nicola, Fausto e Martino, e dalla terza generazione dei nipoti, aprirà il suo primo pop up store negli Stati Uniti a SoHO, a Manhattan. Il 14 ottobre le saracinesche si alzeranno al 422 West Broadway della Grande Mela con ospite d’onore l’astronauta Luca Parmitano. 

Una presenza che sancisce ancora una volta il legame “Spazio-Terra” dei Fiasconaro che avevano inviato una loro creazione a bordo dello shuttle Discovery della Nasa. 

Il pop up store con marchio siciliano avrà, per il momento, una temporaneità per una apertura programmata sino 15 gennaio 2026. Il mercato a stelle e strisce per l’azienda siciliana rappresenta il 13% del fatturato dai paesi esteri. 

“Questa scelta – ha detto Agata Fiasconaro, brand manager  del gruppo –riflette la crescita del nostro marchio negli Usa”.

L’azienda, oggi, esporta i propri panettoni in 65 paesi del mondo.

“La tradizione – ha sottolineato il maestro pasticcere Nicola Fiasconaro – è alla base della pasticceria siciliana, ci lega alla nostra storia e alla nostra cultura. Il mio primo obiettivo è sempre quello di rispettare quelle radici e allo stesso tempo aggiungere un po’ della mia creatività in quel processo. Ogni dolce racconta una storia. Il panettone non è solo un dolce amato, rappresenta anche l’esperienza comune della festa e dello stare assieme. Portare quell’esperienza a New York e negli Stati Uniti, mi consente di mostrare un pezzo della cultura siciliana e maestria ad un pubblico internazionale”.    

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