Emissioni CO₂, AIC: agricoltura ha il potenziale per diventare carbon negative
“Le pratiche agronomiche legate al Carbon Farming, ovvero l’insieme di tecniche che aumentano il sequestro di carbonio nel suolo e riducono le emissioni di CO₂, possono incidere positivamente sia sull’integrazione del reddito agricolo sia sulla mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici. A differenza di altri settori, l’agricoltura ha il potenziale per diventare carbon negative ed eliminare più anidride carbonica di quanto ne produce annualmente”.
Lo dichiara Giuseppino Santoianni, presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori, a margine della conferenza stampa sul Carbon Farming alla Camera dei Deputati.
“Strumenti come la digestione anaerobica per biogas e biometano, la gestione integrata delle deiezioni e il miglioramento dell’uso idrico sono esempi concreti. Tuttavia, serve maggiore consapevolezza sulle opportunità economiche di questi investimenti, soprattutto per le PMI. A livello europeo, i progetti relativi alle Carbon Farming – ancora pochi e non sufficientemente supportati – possono fungere da aggregatore per le altre imprese”, osserva il presidente di AIC. “Inoltre, per garantire che questi investimenti generino la giusta redditività e competitività all’agricoltura, accanto alle pratiche tradizionali, serve mettere le aziende nelle condizioni di innovare. Per questo chiediamo un aumento dei fondi Horizon da destinare al settore. Solo con un maggiore sostegno alle PMI agricole e alle progettualità di filiera possiamo coniugare sostenibilità economica e ambientale”, conclude il presidente di AIC.