Zone Umide, Associazione Italiana Coltivatori: “preservare gli ecosistemi con pratiche agricole sostenibili”

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Agricoltura


“Rafforzare la tutela delle zone umide nei modelli produttivi agricoli, attraverso sinergie pubblico-private e un utilizzo mirato dei fondi della PAC, è una scelta strategica per avere acqua più pulita, suoli fertili, maggiore adattabilità ai cambiamenti climatici”.

Lo afferma Giuseppino Santoianni, presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori, in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, istituita nel 1971 con la Convenzione di Ramsar.

L’Italia conta oltre 50 siti Ramsar, che si estendono su più di 70 mila ettari e svolgono un ruolo chiave per tutelare la biodiversità vegetale e animale e nel contrasto a siccità e inondazioni.

“Gli agricoltori, sentinelle della biodiversità, sono in prima linea nel preservare questi ecosistemi, basti pensare ai programmi di recupero ambientale per la realizzazione di zone umide per la sosta degli uccelli migratori”, sottolinea Santoianni. “Colture come il riso, la multifunzionalità della salinicoltura a Trapani e Paceco, attrattiva turistica oltre che produttiva, e pratiche sostenibili come l’irrigazione controllata contribuiscono a preservare l’equilibrio idrico e a mitigare gli impatti estremi”, conclude il presidente dell’AIC.

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