Gruppo Unipol. Il 3 febbraio giornata di sciopero nazionale per i lavoratori del comparto terziario. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: “inaccettabili le differenze retributive e normative”

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Ulteriori 40 ore di astensione da articolare a livello aziendale

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Incroceranno le braccia lunedì 3 febbraio 2025 le lavoratrici e i lavoratori dipendenti delle aziende del Gruppo Unipol che applicano i contratti del terziario, distribuzione e servizi (TDS) e degli studi professionali. La protesta, che segue la proclamazione dello stato di agitazione e un primo pacchetto di ore di sciopero svoltosi a fine dicembre, rientra nelle nuove iniziative di mobilitazione decise dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, di concerto con il coordinamento delle strutture e dei delegati, al termine dell’Assemblea unitaria riunitasi il 29 gennaio.

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Le lavoratrici e i lavoratori hanno approvato a maggioranza assoluta un piano di azione che prevede, oltre alle 8 ore di sciopero nazionale, ulteriori 40 ore di sciopero da articolare a livello aziendale o territoriale. Le organizzazioni sindacali denunciano lo stallo delle trattative sul contratto integrativo aziendale di gruppo e il mancato rinnovo dell’accordo sullo smart working, chiusure che penalizzano gravemente le condizioni economiche e normative delle lavoratrici e dei lavoratori dell’area terziario, alle dipendenze di Cambiomarcia S.r.l., I.Car S.r.l., Leithà S.r.l., Unicasa Italia S.p.A., UnipolGlass S.r.l., UnipolHome S.p.A., UnipolPay S.p.A., UnipolRental S.p.A., UnipolService S.p.A., UnipolTech S.p.A., UniSalute Servizi S.r.l., Tantosvago S.r.l. e Wellbee S.r.l.«Il divario tra i trattamenti previsti per i lavoratori del comparto del terziario e quelli del settore assicurativo è ogni giorno sempre più evidente e inaccettabile» dichiarano i sindacati sottolineando che «la responsabilità di questa distanza ricade interamente sull’azienda».

«Le nuove iniziative di sciopero – stigmatizzano Filcams Fisascat e Uiltucs – riconfermano la volontà delle lavoratrici e dei lavoratori di avere un contratto che integri i trattamenti economici e normativi». «La protesta – concludono – proseguirà fino a quando non ci sarà una reale apertura al dialogo da parte dell’azienda, la vertenza è cruciale per riconoscere ai dipendenti dell’area terziario un trattamento equo e in linea con i trattamenti contrattuali esistenti all’interno del Gruppo Unipol, un gruppo solido dalle possibilità economiche importanti».

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