Sicilia, economia e vino: la strategia resiliente della Cantina Colomba Bianca

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Domenica 1 dicembre, a Salemi (Trapani), Assemblea dei 2480 vigneron. Dino Taschetta «Siamo fieri di aver garantito ai soci gli anticipi e le liquidazioni promesse, nei tempi attesi e con valori ai migliori livelli del nostro settore»

foto ipress

La viticoltura è una coltivazione perenne, e in Sicilia è spesso contraddistinta da una storia multigenerazionale: la realtà produttiva di Colomba Bianca lo sa bene, e lo sanno bene i suoi 2480 soci, che domenica 1 dicembre a Salemi saranno riuniti in Assemblea per affrontare i temi chiave del futuro della cooperativa. 

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Colomba Bianca è radicata nello scenario trapanese e si affaccia al 2025 con una performance solida, dimostrando di essere stata capace di reagire alle disastrose crisi climatiche rispettando gli impegni remunerativi nei confronti dei soci – con anticipo 2024 e saldo 2023 – rispondendo positivamente alle aspettative sia in termini di quantità sia per tempismo. I vigneron siciliani sono contemporaneamente motivati e tutelati perché stanno alla base della filiera e di un percorso lungimirante, fatto di obiettivi raggiunti e prospettive concrete. 

Dino Taschetta

«In un momento drammatico per la viticoltura della provincia di Trapani e per la cooperazione viticola in generale – a causa di difficoltà climatiche, economiche e politiche – siamo fieri di aver garantito ai soci gli anticipi e le liquidazioni promesse, nei tempi attesi e con valori ai migliori livelli del nostro settore – afferma Dino Taschetta, presidente di Colomba Bianca dal 1997 – siamo molto soddisfatti inoltre di aver fatto lo stesso anche con i viticoltori di Cantine Europa che quest’anno hanno potuto conferire in Colomba Bianca, speriamo che il nostro sforzo di sostenerla stia rappresentando un contributo efficace nella speranza di ricostruire un futuro sereno per questa storica realtà. Riteniamo che fare squadra sarà l’unico modo per affrontare ogni complessità».

La pluripremiata cantina è stata recentemente plaudita dalla critica internazionale con due Medaglie d’Oro per i vini Zibibbo e Syrah al World Bulk Wine Exhibition di Amsterdam; per Luca Maroni, esperto analista sensoriale tra i più brillanti enologi d’Italia, il Quarantanni Rosso Riserva è il “Miglior Vino in Assoluto” per la sua categoria nell’Annuario 2024;  al Berliner Wein Trophy  il Resilience Perricone e il Lavì Blanc de Noir Brut hanno entrambi conquistato Medaglie d’Oro. Colomba Bianca colleziona successi, ribadisce il focus per l’impegno cooperativo di chi coltiva, raccoglie e conferisce le uve, mentre lavora su strategie di medio e lungo termine per un unico scopo: assicurare la redditività dei vigneti dei soci, valorizzare il prodotto trasformato, gestendo al meglio i costi aziendali e sostenendo i viticoltori nelle pratiche agronomiche utili a raggiungere obiettivi vendemmiali sempre più ambiziosi. Il risultato è un prodotto inserito nel commercio nazionale e internazionale con prezzi di cessione ben posizionati, tanto nel mercato sfuso quanto in quello confezionato.

«Lavoriamo duramente sulla revisione dell’assetto industriale con l’intento di monetizzare al massimo la remunerazione delle uve – spiega Taschetta – perseguiamo la valorizzazione sui mercati sia del vino sfuso che del confezionato. I numeri ci danno ragione, così come i riscontri positivi sui mercati globali, l’interesse della critica e della clientela verso le produzioni di Colomba Bianca. Puntiamo ad accrescere la redditività delle vigne per ettaro, la valorizzazione è dovuta per la qualità delle nostre uve ed è necessaria per riposizionare la viticoltura come attività esclusiva, remunerante, sostenibile a livello economico per ogni nostro socio».

Con attenti focus su prodotti e varietà di uve, stili enologici e target di riferimento, mercati e canali obiettivo, evolve la strategia di Colomba Bianca che attraverso l’analisi monitora un sistema enologico in continuo mutamento. I cambiamenti produttivi e commerciali, le difficoltà microclimatiche e le tendenze decisive oggi orientano verso una minore produzione a favore dell’alta qualità e della certa tracciabilità, virtù che elevano i vini d’eccellenza, rendendoli riconoscibili e competitivi.

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