Il global bet politico: Mr X
Musk nell’amministrazione Trump pare diventerà il capo del Dipartimento per l’efficienza governativa, un titolo che sta in mezzo tra 1984 di Orwell e Lord Fenner di Star Wars
Una volta gli allibratori raccoglievano scommesse sui cavalli, oggi il gioco dell’azzardo è su tutto, dalla vittoria di Sinner a quella di Ranieri alla sua prima partita di campionato, se Zelensky si mangia la colomba o se la Schlein vince un’elezione. Un tempo si “giocava” in borsa, più che un investimento era proprio un gioco, come puntare su una serie di numeri al Casinò di Sanremo.
Sembra a proposito di Sanremo che chi scommise sulla vittoria dei Jalisse ora sia milionario. Ma quando il gioco delle scommesse incrocia la politica, o peggio la geopolitica, si può creare uno tsunami. È quello che è accaduto per la vittoria di Trump in America. Elon Musk ha scommesso 200 mln di dollari sul Tycoon di New York, ed ha ritirato in pochi giorni una vincita pari a 45 mld di dollari dalla crescita di valore dei suoi titoli. Cosa ci dice questo? Molto semplice, la politica davanti all’economia, soprattutto globale, conta quanto il due di coppe con briscola a denari.
Musk nell’amministrazione Trump pare diventerà il capo del Dipartimento per l’efficienza governativa, un titolo che sta in mezzo tra 1984 di Orwell e Lord Fenner di Star Wars. È chiaro che il concetto di politica, nazioni, ossia l’insieme di un popolo ed un territorio, democrazia diventano di colpo obsoleti. Il cittadino diventa da soggetto a suddito di un’enorme slot machine con il jackpot, quello che ha incassato Mr. X.
Così è se vi pare