Palermo, in vista delle prossime elezioni la “variante centrista”

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Giovanni Di Trapani

Il recente sondaggio del rinomato istituto di ricerca diretto da Antonio Noto, commissionato dall’agenzia di stampa Italpress sul futuro Sindaco di Palermo, ha fornito un risultato, con un margine di errore non lontano dal 3 per cento, secondo cui il primo cittadino della quinta città d’Italia sarà di centro destra. Con uno scarto di più della metà dei punti percentuali rispetto al candidato di centrosinistra. Ebbene, a prescindere dalle citate categorie o contenitori partitici e/o di movimenti, forse ormai anacronistiche, ma che fanno sorridere pensando ad una nota canzone di Gaber, mi permetto in punta di piedi di dissentire.

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Il sondaggio in questione che vede – si parla del candidato sindaco e della sua appartenenza- il centro sinistra al 16 per cento, il centro destra al 33, i pentastellati al 10, altri schieramenti all 1 e, infine, i “non saprei” al 40 per cento, omette di considerare che un eventuale candidato di “centro-centro” potrebbe essere non solo trasversale alle citate categorie, ma soprattutto intercettare i voti di chi oggi dice “non saprei”e domani non si reca alle urne.Ed è proprio il 40 per cento che in Italia ormai non vota alle amministrative. A questa fetta di elettorato bisogna rivolgersi, e’questa una delle scommesse che può essere vincente perché all’interno di quel numero c’è un mondo, anche parte del nostro, deluso da una politica spesso distante ed incomprensibile. Quel 40 per cento può essere determinante!
Allora mi chiedo, sulla scorta del processo ormai in atto a livello nazionale di ricostruzione di un area di centro moderata quale argine al populismo e al sovranismo, nel momento storico della crisi più evidente del nostro sistema bipolare, può accadere che anche a Palermo, dopo l’elezione del Presidente della Repubblica -momento di riassestamento del complesso magma politico – possa avvenire per le elezioni comunali una riaggregazione, forse una federazione, di quelle forze politiche che prediligono la moderazione, il dialogo, il ritorno delle culture politiche dei partiti, il confronto, piuttosto che la politica urlata degli annunci senza seguito,  del dirigismo tout court, dell’attacco dell’avversario fine a se stesso?
E’ possibile recuperare quel segmento di società che non vota più?
Che si sente moderata e in effetti lo è, ma che non è rappresentata appieno dalla politica, neanche da quella palermitana.
Io credo di si, e non per la solita storiella che Palermo e la Sicilia sono stati sempre un laboratorio politico, ma perché Palermo negli ultimi anni caratterizzati dall’egemonia orlandiana, e prima da quella di Forza Italia, non ha da tempo un sindaco di estrazione centrista.
Una figura, auspico, che non sia di destra – centro o di sinistra – centro ,se mi si consente la battuta, ma per l’appunto di centro, libera da estremismi ideologici, gradita non solo alla costituenda coalizione che la sosterrà, ma anche all’intera Città, al punto di vincere, anche al primo turno.

Giovanni Di Trapani
Coordinatore provinciale Noi di Centro

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