Il Comune di Palermo taglia compensi e non paga: a rischio servizi di assistenza donne oggetto violenza e minori

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Si inasprisce il contrasto per il mancato pagamento dei compensi tra l’assessorato preposto alle attività sociali del Comune di Palermo, guidato da Maria Cinzia Mantegna, e le strutture che per suo incarico garantiscono i servizi di assistenza residenziale per minori e donne.

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Maria Cinzia Mantegna e Antonio Scavone

Il Comune di Palermo per pagare gli arretrati alle cooperative impone un contratto con effetto retroattivo che taglia le tariffe dei servizi già prestati, pretendendo unilateralmente corrispettivi inferiori ai costi sostenuti e impedendo così di fatto la prosecuzione del servizio, i cui utenti sono soggetti fragili che vengono assegnati in emergenza alle strutture di assistenza attraverso disposizione del tribunale. Le imprese sociali mandano attraverso il legale esposto a procura, prefettura, regione, guardia di finanza e alle istituzioni comunali coinvolte.

La dirigente Fernanda Ferreri, responsabile del settore della Cittadinanza Solidale, nel convocare lo scorso 13 dicembre i rappresentanti delle imprese sociali Mirco Oliveri (Agci-Associazione Generale delle Cooperative), Daniele Amorosini (Confcooperative), Giuseppe Fiolo (Legacoop), ha comunicato non potersi procedere alla liquidazione dei compensi arretrati 2021 per l’assenza dei contratti, finora mai voluti stipulare dal Comune. Durante l’incontro la dirigente ha proposto la sottoscrizione di una bozza di convenzione con compensi sottocosto, inferiori a quelli finora erogati, e con effetto retroattivo per i servizi già forniti.
L’Agci ha successivamente provveduto, il 15 dicembre, a trasmettere una bozza revisionata del contratto, di cui la dottoressa Ferreri non ha tenuto in alcun conto, inviando per posta elettronica alle cooperative la medesima convenzione da lei già proposta in riunione.

Il legale di alcune delle cooperative fornitrici dei servizi per conto del Comune di Palermo, l’avvocato Giuseppe Marcellino, ha già diffidato il settore Cittadinanza Solidale ad imporre bozze unilaterali delle convenzione, che dovrebbero invece di norma essere concordate con le strutture che erogano i servizi secondo parametri di costi reali, che assicurano il rispetto delle prestazioni stabilite secondo i contratti di lavoro che devono essere applicati.
L’avvocato Marcellino e i rappresentanti dell’AGCI-Associazione Generale delle cooperative Italiane hanno nel tempo già ripetutamente contestato la condotta del Settore Cittadinanza Solidale del Comune di Palermo, chiedendo di concordare la sottoscrizione delle previste convenzioni che il Comune non ha finora concesso (prima della richiesta unilaterale comunicata pochi giorni fa dalla dirigente Ferrari di prestazioni sottocosto).
L’assessorato regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali, retto da Antonio Scavone, ha istituito con disposizione del dirigente generale Rosolino Greco lo scorso 13 luglio un “Gruppo di Lavoro” che, attraverso lo studio analitico dei relativi costi, ha stabilito le tariffe del contributo mensile a carico della Regione Siciliana. Nel territorio dell’Isola solo 17 strutture su 57 superano i 20 posti per gli ospiti, la rimanente parte è ben al di sotto. Il Gruppo di Lavoro ha determinato una retta pro die e pro capite di 77 euro per le strutture che ospitano fino a 15 soggetti fragili e di 61 euro per quelle con capacità ricettiva fino a 20 posti.

Le imprese sociali non pagate forniscono per conto del Comune servizi di assistenza particolari per minori e donne in difficoltà, come centri di accoglienza ad indirizzo segreto, strutture di ospitalità in emergenza e residenze per accoglienza di gestanti e madri con figli.

Franco Sprio, presidente AGCI – Palermo

“Denunciamo la gravità della condotta del settore Cittadinanza Solidale del Comune di Palermo”, afferma Franco Sprio, presidente provinciale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Palermo. “Il Gruppo di Lavoro istituito dall’assessorato regionale retto da Antonio Scavone ha stabilito che nelle strutture con capacità ricettiva non superiore a 15 l’importo dei costi fissi (personale e affitto) è pari a 63 euro, con previsione di ulteriori 14 euro a titolo di retta giornaliera, per un totale di 77 euro. L’assessore Scavone, contrariamente a quanto stabilito dal Gruppo di Lavoro, ha ritenuto congruo fissare come contributo a carico della Regione una tariffa per servizi standard pari a 62 euro pro die e pro capite senza distinzione per numero di ospiti, applicabile alle strutture con decorrenza dal giorno 1 dicembre 2021. L’importo di 62 euro indicato dall’assessorato regionale non può in alcun modo intendersi coincidente con il compenso, ma riguarda esclusivamente il sostegno regionale alle rette e quindi la partecipazione rispetto al maggior costo a carico del Comune di Palermo. La stipula della convenzione chiesta dal Settore Cittadinanza Solidale solo in data 27.12.2021, dopo che la stessa è stata richiesta per ben sette mesi, viene imposta con effetti illegittimamente retroattivi sia per i contenuti che per le tariffe come condizione per il pagamento dei servizi già resi. Le cooperative – continua Franco Sprio – per colpa del Comune non hanno neppure potuto decidere liberamente se proseguire l’attività ovvero chiudere le strutture per evitare l’indebitamento gravissimo in cui oggi versano incolpevolemente, anzi a causa del ritardo dell’Amministrazione. Si pretende sfrontatamente di ribaltare a carico delle cooperative gli oneri di gestione del servizio, gravandole delle conseguenze dei ritardi dell’amministrazione comunale. A fronte di prestazioni con costi mensili di affitto e personale, il Comune di Palermo pretende l’emissione di fatture bimestrali, pagate per giunta con notevole ritardo. La pretesa dell’assessorato comunale guidato da Maria Cinzia Mantegna di pagare sottocosto servizi da garantire secondo standard stabiliti per legge – spiega Sprio – può solo provocare l’abbassamento della qualità nei confronti degli utenti di categorie fragili e l’impossibilità tra l’altro di far fronte ai contributi previdenziali, che provoca il mancato rilascio del Durc diventando a sua volta causa di mancata erogazione dei compensi da parte del Comune. Stupefacente apprendere che la dirigente comunale Ferreri venga lasciata libera di decidere arbitrariamente “che le spese necessarie per garantire gli standard delle strutture Casa di accoglienza per gestanti e madri con figli sono paragonabili a quelle relative a Casa di accoglienza ad indirizzo segreto e strutture di ospitalità in emergenza”, quando si tratta di servizi diversi da garantire con parametri diversi. Stigmatizziamo come una struttura pubblica intitolata alla cittadinanza solidale possa rendersi responsabile del peggioramento della qualità e dell’interruzione dei servizi erogati nei confronti di categorie di cittadini così fragili, del regolare pagamento di stipendi e contributi degli operatori coinvolti, del fallimento delle imprese sociali che costituiscono la rete locale di insostituibili servizi di prossimità e dei diritti incomprimibili dei cittadini. Nel denunciare questa emergenza, chiediamo immediatamente al Prefetto e alle Istituzioni coinvolte la costituzione di un tavolo per l’immediata soluzione della crisi stabilendo le condizioni perché non possa più ripetersi. Chiediamo in particolare su questa vicenda di malaburocrazia e compensi iniqui il personale intervento dell’assessore comunale alla Cittadinanza Solidale Maria Cinzia Mantegna e dell’assessore regionale alle Politiche sociali Antonio Scavone. In caso contrario”, conclude Franco Sprio, “le cooperative da noi rappresentate valuteranno se avviare le pratiche di liquidazione volte alla dimissione di tutti gli utenti attualmente ricoverati, non essendo sostenibile la prosecuzione dell’attività”.

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