Isola delle Femmine: Sopmare e ARPA portano in superficie un’anfora del relitto a 92 metri di profondità
Si è conclusa la campagna di documentazione del relitto profondo di Isola delle Femmine realizzato dalla Soprintendenza del Mare della Regione siciliana in collaborazione con l’ARPA-Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente e la consulenza scientifica dell’Università di Malta.
La campagna mirava al recupero di un’anfora – confermata del tipo Dressel A1 – parte del cospicuo carico inabissato, per poterne studiare caratteristiche e contenuto e ricostruire in maniera dettagliata la storia di questo relitto romano del II secolo a.C. individuato a fine luglio a 92 metri di profondità.
Il recupero è avvenuto grazie alla stessa nave oceanografica Calypso South che ha operato l’individuazione nell’ambito delle campagne di monitoraggio svolte mediante il Rov, robot guidato da remoto, con la collaborazione dei tecnici esperti dell’Arpa.
Alla speciale missione, oltre ai tecnici esperti di Arpa e Sopmare, hanno partecipato il direttore generale dell’Arpa, Vincenzo Infantino, la Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni e il prof. Timmy Gambin dell’Università di Malta che ha seguito anche il ritrovamento del relitto individuato alla profondità di 98 metri, nel mare delle Egadi. Le riprese sono state realizzate da Riccardo Cingillo della SopMare.
“Il recupero dell’anfora grazie all’azione congiunta di due organismi regionali – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – esprime in concreto quella politica di collaborazione tra istituzioni e organismi portata avanti dal governo regionale in ambito di beni culturali. L’assessorato dei Beni culturali e quello del Territorio e Ambiente, infatti, operano in sinergia utilizzando le relative risorse, di uomini e mezzi, per ampliare gli elementi di conoscenza del patrimonio regionale che ci aiutano a meglio comprendere la storia dei movimenti nel Mediterraneo”.
“Continua l’attivita’ di conoscenza e ricerca del nostro patrimonio sommerso – dice la Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni – che ci porta verso una nuova frontiera, la realizzazione degli Itinerari dei Relitti profondi recentemente studiati con tecnologie innovative. Siamo consapevoli che questa nuova frontiera affascina un gruppo sempre maggiore di altofondalisti e apre nuovi scenari a un turismo culturale alla ricerca di immersioni estreme. Sotto questo aspetto stiamo approfondendo la possibilità di creare, insieme ai diving che ci affiancano nelle attività ordinarie di ricerca, un circuito di itinerari dedicati”.
“Arpa Sicilia dimostra di essere un’istituzione essenziale, non solo in materia di tutela ambientale, ma anche di collaborazione con gli organismi della Regione al fine di approfondire il patrimonio custodito nei nostri fondali” Lo dichiara l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, Toto Cordaro per il quale “l’iniziativa che ha visto rapportarsi fattivamente l’assessorato del Territorio e Ambiente e quello dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, rappresenta una buona prassi cui deve sempre più ispirarsi l’attività della Regione”.
“L’importante recupero effettuato – precisa il direttore dell’ARPA, Vincenzo Infantino – contribuisce ad arricchire il quadro delle preziose presenze nel Mediterraneo. L’attività, sebbene non immediatamente riferibile al monitoraggio delle coste e al controllo delle specie e delle risorse ambientali, la cui tutela è un imperativo imprescindibile per la nostra comunità, contribuisce al recupero di quegli elementi essenziali grazie ai quali riusciamo sempre più e meglio a ricostruire la storia del nostro mare. Un’attività di collaborazione che vedrà sempre più collaborare i due organismi regionali”.