Le alte temperature di questi giorni e l’azione di piromani ha scaturito l’emergenza incendi in Sicilia che non sembra attenuasi. L’isola deve far fronte e 250 incendi boschivi che interessano tutte le 9 province in un settimana vissuta con i 40 gradi e anche più. Intanto, domani, lunedì 2 agosto, alle 12, al PalaRegione di Catania si terrà un vertice regionale di Protezione civile convocato dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
La riunione è stata voluta dal governatore per fare il punto della situazione e coordinare ulteriori azioni conseguenti all’emergenza incendi in Sicilia.
Nel corso del vertice sarà anche esaminata la condizione di sicurezza degli stabilimenti balneari nell’Isola e la possibile adozione di misure. Sono trentatré le squadre di volontari di Protezione civile provenienti dal Nord Italia che daranno una mano per contrastare l’eccezionale ondata di incendi in Sicilia. Il loro arrivo è previsto per domani e viaggiano sui mezzi dotati di sistemi di spegnimento.
È la prima risposta alla richiesta di “dichiarazione dello stato di mobilitazione del servizio nazionale di Protezione civile” che il presidente della Regione Siciliana, d’intesa con il capo della Protezione civile regionale, ha avanzato nelle scorse ore al premier Mario Draghi. L’iniziativa del governatore dell’Isola si è resa necessaria di fronte all’aggravarsi del rischio di incendi, dovuto all’eccezionale situazione meteoclimatica con temperature torride che interessa tutta la Sicilia e che potrebbe protrarsi per oltre una settimana. Il riconoscimento dello “stato di mobilitazione” determina un concorso straordinario di risorse extra-regionali, sia in termini di uomini sia di mezzi appartenenti ai vigili del fuoco e al volontariato. Le squadre di volontari che si stanno già preparando provengono da Emilia, Friuli, Veneto, Trento, Bolzano, Piemonte e Lombardia. Si tratta di personale esperto in antincendio. “Nell’ambito del volontariato di Protezione civile – spiega il capo regionale Salvo Cocina – queste collaborazioni extraregionali avvengono in maniera bilaterale e con ottimi risultati operativi. Contestualmente il nostro Dipartimento sta organizzando la distribuzione sul territorio regionale delle squadre e la logistica, cercando alberghi idonei per ospitare i volontari nelle zone di Catania, Palermo ed Enna”.
“Ogni anno puntualmente si versano lacrime di coccodrillo per gli incendi che devastano l’isola. Invece di piangere sul bosco perduto, sarebbe ora di programmare interventi concreti e di risolvere il nodo delle risorse destinate alla tutela ambientale”. A dirlo il segretario generale della Fai Cisl Sicilia, Pierluigi Manca, che sottolinea come siano centrali il nodo delle risorse e della riforma del settore. “Tutti parlano di ambiente ma poi i forestali vengono lasciati da soli a lavorare – aggiunge – peraltro insinuando il sospetto che siano loro i piromani. Una solenne sciocchezza dato che non hanno alcun interesse, anzi rischiano ogni giorno spegnendo gli incendi. La mancanza di fondi causa il ritardo nell’avvio delle opere di prevenzione con conseguenze devastanti”. Manca rimarca come sia indispensabile una riforma che, “come abbiamo sempre detto, coinvolga tutti quanti a vario titolo operano sul territorio valorizzando il lavoro e fornendo strumenti adeguati. Oltre che rammaricarsi, bisogna agire, e su questo il sindacato e i lavoratori aspettano gesti concreti”.
Per la prevenzione degli incendi, quest’anno sono stati stanziati 134 milioni di fondi Poc (Programma operativo complementare dei contributi europei). Soltanto 64 sono stati sbloccati a metà giugno, con una variazione di bilancio dell’Ars, e adesso sono già finiti. La restante parte della somma ancora oggi non è disponibile. Serve un’altra variazione di bilancio. In tutto il comparto forestale in Sicilia, costa 234 milioni.“Ecco perché stanno licenziando tutti i precari della manutenzione – dice Tonino Russo, segretario generale della Flai-Cgil Sicilia – Ci sarebbero ancora giornate lavorative disponibili, ma mancano i soldi per pagarle. Siamo arrivati a una media di una quarantina di giornate su contratti che ne prevedono 101, per non parlare di quelli con 78 che non hanno fatto ancora una giornata di lavoro”.
I primi tremila stagionali, degli oltre 7.500 che si occupano della prevenzione degli incendi, sono scesi in campo nei primi giorni di giugno, gli altri a seguire. Al momento i forestali sono quasi 19mila: 1.328 lavorano con un contratto a tempo indeterminato e 1.200 di loro si occupano in effetti di manutenzione, con compiti che però attengono più alla guida degli uffici. Poi ci sono i precari, il grosso del personale: 5.295 sono in servizio 151 giornate l’anno, 8.774 vengono impegnati per 101 giornate l’anno e 3.252 sono attivi 78 giorni ogni anno.