Un giorno credi di essere “Giusto”
Ho avuto un incubo. Sudavo come un matto in sovrappeso, senza pedalata assistita, su via Villafranca, a Palermo. Quando all’improvviso all’altezza di Via Notarbartolo, un Tram, chiamato desiderio, mi taglia la strada. Accelero sbandando paurosamente su una chicane di cordoli di cemento zigzaganti e mi schianto su una campana per il vetro in mezzo alla strada.
Una squadra di una mezza dozzina di persone, con pettorina arancione della Reset, che stava guardando uno di loro, un folle, colpito da una voglia improvvisa di lavoro, mi raccoglie e mi porta dentro la Romanella dove si trovava l’altra mezza dozzina mancante e mi offrono per riprendermi uno spiedino e due ravazzate.
Rifocillato da quella medicina riprendo la mia bicicletta, acquistata a Ballarò dopo il diciottesimo furto, e prendo la volata in via Leopardi. Davanti Villa Sperlinga per evitare quello stronzo, poi vi dico chi è, in senso contrario in monopattino, mi sotterro sotto degli stalli biancorossi per il salto ostacoli.
La bicicletta di quarta mano di furto è ormai un rottame, pertanto la porto all’isola ecologica al porto, dietro S. Lucia. Li altri 24 operatori Rap ed affiliati stazionano, forse per un convegno sullo scopone scientifico ed il bagarinaggio di tostapane e microonde.
E dopo aver raccontato a tutta la gente del mio falso incidente proseguo verso via Crispi, il vero grande Palermitano.
Al porto vedo la Rambla di via Amari, uno spettacolo da non crederci, e mi avvio per una riappacificazione pedonale con la mia città.
Ma sbatto come Mr. Magoo sul cartonato del Rendering. In basso la data di inaugurazione, 24 maggio 2030, ottavo anno dell’era Catania.
Mi sveglio stremato e grondante. Credevo di esser “Giusto” e di essere un grande uomo ma in un attimo mi sveglio e devo, ricominciare da zero.
Per fortuna.